"Questo parlamento è l'istituzione che ha ridotto le spese più di ogni altra in Italia". Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone va al contrattacco. L'occasione è la tradizionale

cerimonia del ventaglio a Palazzo dei Normanni. "Negli ultimi sei mesi - ha detto - abbiamo attraversato una situazione di grandissima difficoltà e c'erano grandi tensioni nel Palazzo dovute ad esempio recepimento del decreto Monti. Ho spesso fatto delle scelte in solitudine. E mi sono sentito isolato più dalla classe politica che dal personale".

cerimonia del ventaglio a Palazzo dei Normanni. "Negli ultimi sei mesi - ha detto - abbiamo attraversato una situazione di grandissima difficoltà e c'erano grandi tensioni nel Palazzo dovute ad esempio recepimento del decreto Monti. Ho spesso fatto delle scelte in solitudine. E mi sono sentito isolato più dalla classe politica che dal personale".
Ma i numeri, spiega il vertice dell'Ars, parlano chiaro. E sono raccolti in alcune slide diffuse alla stampa. A cominciare dal tanto discusso contributo di solidarietà sulle pensioni di deputati e personale. "Contributo che abbiamo già reso operativo", spiega Ardizzone. Un taglio (del 6% per i redditi da 91 mila a 130 milqa euro, del 12% per quelli fino a 195 mila euro e del 18% per i redditi superiori a 195 mila euro) e che consentirà un risparmio di 8,9 milioni di euro. Strumento utile a "compensare" i minori trasferimenti dalla Regione (13 milioni), mentre già in questa legislatura il taglio previsto ai costi è di 71,3 milioni di euro. Di quaranta milioni è sceso il costo per gli emolumenti dei deputati e 27 milioni quello per il personale. Di oltre 19,6 milioni sono scese le spese per i collaboratori di deputati e gruppi.
"La norma sui contributi di solidarietà - spiega Ardizzone - era prevista dalla legge di stabilità nazionale, ma lo stesso governo regionale ha fatto ricorso alla Corte costituzionale perché non era applicabile: doveva essere l'Ars ad accantonare quelle somme, c'è una riserva di legge. E noi l'abbiamo fatto. Tranne un solo caso - aggiunge - i vitalizi dei deputati non superano mai i 130 mila euro. Resta da capire se il contributo di solidarietà, che si applica ai deputati e ai dipendenti, debba restare, come penso io, nelle casse della Regione o in quelle dello Stato".
Numeri alla mano, quindi, Ardizzone punta il dito contro la stampa nazionale: "Quando sulla vicenda vergognosa di Nomura, pubblicano sul Corriere della sera il Palazzo dei Normanni al posto di Palazzo d'Orleans, non credo si tratti più di un errore. Questo Palazzo ha tagliato di più in Italia. Io non ho mai parlato di rivoluzione, ma ho sempre parlato di innovazione. E mi da' fastidio semmai, che alla gente si dica di protestare qui, davanti all'Assemblea".
Poi una battuta sulla discussa figura del segretario generale: "Perché non abbiamo tagliato - aggiunge - lo stipendio del Segretario generale prima di adesso? Perché non potevo, visto che ancora il decreto Renzi non c'era. È notizia di oggi che il Segretario generale del Quirinale guadagnerà, oltre ai 240 mila euro, anche 140 mila euro di indennità di funzione. Abbiamo sempre detto che potevamo andare oltre i 240 mila, fino a 360 mila euro. Ma abbiamo chiesto al nuovo Segretario generale di venirci incontro".
"Io - ha proseguito Ardizzone - difendo lo Statuto. E demolendo questo Palazzo non si fa bene alla Sicilia, perché è qui che viene difesa l'Autonomia. Se qualcuno ha pensato di cancellare lo Statuto, sappia che in questo Palazzo incontrerà un muro". Non manca infine una stoccata al governo regionale: "Troppo spesso questo Parlamento viene descritto come l'istituzione che tergiversa, che fa perdere tempo alla Sicilia. A me è giunto persino un assestamento di bilancio senza rendiconto. E ho dovuto rispedirlo indietro. Da adesso in poi le cose devono cambiare. Non accetterò più norme non accompagnate dalle relazioni tecniche. O norme che nulla hanno a che vedere con la Finanziaria. I sindacati della Funzione pubblica - conclude - protestano? Hanno ragione"
(livesicilia)
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