Oggi e domani sessanta piazze italiane si colorano con le bandiere di Italia Unica

Il nostro appello per la democrazia è stato lanciato. Un appello forte e deciso, ai parlamentari, alle associazioni e ai cittadini, per salvaguardare le istituzioni da un intreccio di riforme istituzionali ed elettorali destinate a cambiare in peggio il volto del Paese.

Il documento approvato dalla Direzione Nazionale non lascia spazio a interpretazioni: il progetto renziano del partito unico procede spedito senza considerare i contrappesi necessari al funzionamento di qualsiasi sistema democratico. Lunedì tutti i parlamentari troveranno l’appello nelle loro cassette di posta, un gesto concreto per smuovere le coscienze di chi è alla Camera e al Senato per rappresentare i cittadini, con un mandato basato sul rispetto dei principi della Carta Costituzionale, principi che oggi rischiano di essere violati da una legge elettorale offensiva delle minoranze e della rappresentatività e una riforma del Senato che complica ulteriormente la vita delle istituzioni, come avvenuto con la finta abolizione delle Province, e impedisce un vero federalismo. Per tutti questi motivi Italia Unica combatterà fino in fondo questa battaglia.

Oggi e domani sessanta piazze italiane si colorano con le bandiere di Italia Unica. I nostri iscritti, i volontari e gli amici delle Porte stanno dando vita ad un grande weekend di mobilitazione. Sono le Giornate Nazionali del Partito, le prime di una lunga serie perché è nel confronto e nel dialogo con i cittadini che si esprime l’essenza stessa del nostro progetto. Ed è l’occasione, oltre che per lanciare il nostro appello sulle riforme, per firmare e condividere le proposte su fisco, famiglia e imprese che sono state lanciate il 31 gennaio da Corrado Passera nel giorno della nascita del partito. Perché la critica deve sempre essere accompagnata da proposte, in un modo nuovo di intendere la politica, quella dell’alternativa costruttiva. Il nostro grazie va fin d’ora alle centinaia di persone che permettono oggi e domani questa grande dimostrazione di democrazia.

Questa mattina a Cernobbio il ministro Boschi si è avventurata in considerazioni economiche da brivido. L’idea che la crescita del Pil dello 0,7% che verrà inserito a giorni nel Def possa essere sbandierato come un successo è francamente imbarazzante. Non più tardi di due giorni fa Mario Draghi ha spiegato in audizione alla Camera come le misure da lui promosse e il Quantitative Easing possano permettere all’Italia una crescita da qui al 2016 dell’1%. Se il governo italiano ritiene di rivendicare una decrescita dello 0,3% come la certificazione che si sta cambiando verso, davvero la nostra preoccupazione diventa ogni giorno più forte. Del resto questo esecutivo continua a parlare in grande e produrre il nulla. Per settimane si sono inseguite dichiarazioni e proclami sulla nuova Rai, il ruolo del servizio pubblico, la necessità di correre con un decreto per sistemare le cose in Viale Mazzini. Si è visto ieri sera quale topolino cieco ha partorito questa montagna di parole: un disegno di legge dove l’unica cosa che conta è chi governerà la tv di Stato, non certo la qualità dei programmi o la salvaguardia del pluralismo.

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