La Sicilia vuole e può affrontare la sfida del turismo per tutti. Senza dubbio non mancano le criticità, ma c’è già chi nell’Isola ha iniziato ad occuparsi di un segmento in continua crescita in grado di far aumentare anche i fatturati delle aziende che vi investono. È quanto emerso oggi durante l’Open Forum “LIBERI DI - Il turismo accessibile: un’opportunità per le aziende, una sfida per i territori”, promosso dallo Skal International Italia insieme a Travelnostop.com in collaborazione con Village for All e Lions Club Palermo Federico II, con il patrocinio dell’Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana.
“L’incontro odierno – ha sottolineato Toti Piscopo, presidente Skal International Italia – ha dimostrato che c’è una grande volontà di fare e di fare insieme in un contesto progettuale complessivo che veda la riaffermazione della civiltà del viaggio anche per i disabili. Come Skal Italia e come Travelnostop.com continueremo le nostre azioni di informazione, provocazione e coordinamento affinché quanto emerso oggi non rimangano parole ma possano trasformarsi in fatti concreti. Dopo Palermo, il tema sarà affrontato a Bergamo nell’ambito di #NF15 a fine settembre e poi al TTG Incontri di Rimini. Un primo bilancio sarà fatto entro il primo quadrimestre del 2016 al Move! di Vicenza e dopo di nuovo a Palermo durante la 18esima edizione di Travelexpo”.
“I disabili che viaggiano - ha detto Cleo Li Calzi, assessore regionale del Turismo - sono turisti, hanno esigenze turistiche diverse, ma il turista è sempre turista e come tale va trattato. Io preferisco guardare a quanto di buono è stato fatto finora. A San Vito Lo Capo, il progetto “Zero Barriere”, avviato nel 2010, facilita la fruizione del mare a persone con diversa abilità motoria. E presto sarà in onda in televisione il reportage del viaggio che Simonetta Agnello Hornby sta compiendo sulle Madonie con il figlio gravemente paraplegico intitolato "Io e George". Prima il disabile non viaggiava, non era un segmento interessante per il mercato. Oggi dobbiamo creare le condizioni migliori per l'imprenditore che decide di aggredire questo segmento di mercato in crescita. Penso dunque che in questa fase sia necessario un monitoraggio sulle esperienze di turismo accessibile già attive in Sicilia per emulare le pratiche virtuose e costruire poi una progettualità complessiva per fare della Sicilia una destinazione per tutti”.
Anche Roberto Vitali, presidente di V4A e consigliere nazionale Skal International Italia delegato al turismo accessibile, è convinto che l’incontro di oggi “darà i suoi frutti, è una prima pietra da cui partire per avere uno sviluppo futuro. Dobbiamo capire qual è attualmente lo stato dell'arte e da li partire per attuare delle strategie condivise. Fare sistema, fare gruppo è fondamentale se si vuole progredire nel settore del turismo accessibile".
Nel suo intervento, Vitali non ha mancato di sottolineare che “il disabile che viaggia è un turista, paga come gli altri e dunque in hotel non si aspetta di trovare una camera di ospedale. Il 61% è repetear e in media spende circa 923 euro. E soprattutto è il driver di un’intera famiglia. Oggi abbiamo una domanda che soverchia l'offerta. Un indagine della Doxa di maggio 2015 sosteneva che il 16,4% delle famiglie italiane ha esigenze di accessibilità quando va in vacanza. Eppure il mondo del turismo non riesce ancora a capire le potenzialità di questo mercato. La Sicilia comunque non è all'anno zero. Ci sono il KikkiVillage di Modica, concepito come struttura senza barriere, mentre lo Sheraton Catania e un B&B ad Acicastello sono già stati certificati per questo particolare segmento”.
"L'accessibilità dei territori è un problema diffuso delle città. La Toscana ha solo 34 strutture ricettive accessibili, la Sicilia solo tre, fra queste quella di Linguaglossa, interamente finanziata con i fondi dei soci Lions”, ha spiegato Giuliano Nicola Leone, presidente del Lions Club Palermo Federico II.
“Il nostro – ha aggiunto Francesco Mancuso, coordinatore del Campus Concettina di Linguaglossa - è un campus dedicato al turismo accessibile in grado di ospitare contemporaneamente 10 giovani in sedia a rotelle. Da 7 anni siamo una delle pochissime strutture che in Sicilia hanno sposato il concetto di turismo accessibile a 360 gradi ma non vogliamo sostituirci ai tour operator. La fragilità non è solo la carrozzina, è la schizofrenia, e noi vogliamo cercare di creare un turismo per tutti. Lo staff fa un'analisi dettagliata per realizzare un pacchetto vacanza che risponda alle esigenze di ciascun ospite. Svolgiamo 60 attività. In questi anni abbiamo ospitato 480 ragazzi nel nostro campus il cui concetto è 'ritrovarsi in famiglia'. Siamo riusciti a portare ragazzi in carrozzina a 3 mila metri sull'Etna e quest'anno il Parco avventura di Milo ha deciso di realizzare al più presto un percorso accessibile a tutti”.
“Una struttura ad alto gradimento che sarà presto affiancata dal convento di San Tommaso, dotato di 80 camere. Una struttura che già ospita turisti della terza età ma che sarà presto resa accessibile al pari del Campus”, come ha spiegato Mario Indelicato, vicepresidente della Cooperativa San Tommaso.
Particolarmente attiva a Siracusa è invece Bernadette Lo Bianco con la sua Associazione Sicilia Turismo per Tutti. “Noi vogliamo fare della Sicilia una destinazione per tutti. Non ci interessa l'ospedalizzazione – ha affermato - i problemi ci sono per tutti. In Sicilia esistono pratiche virtuose ma non sono messe in rete. E occasioni come questa servono proprio a questo. A Siracusa, dove lavoro, siamo riusciti a creare collaborazione con istituzioni e soggetti privati. Il turista ha esigenze specifiche diverse, anche disabilità invisibili. Per questo dobbiamo concentrarci sulle esigenze di tutti e migliorare l'offerta culturale e ricettiva".
A Modica punta di eccellenza è il KikkiVillage. “La bellezza di quello che facciamo – ha osservato Giorgio Nicitra, direttore commerciale del Kikki Village - è vedere il territorio trasformarsi, vedere le spiagge mettere le pedane, vedere il Comune adeguare tutti i suoi servizi. L'accessibilità è preferita anche da chi non ne ha bisogno, dalla famiglie, da tutti: è comodo non avere scalini”.
Essenziale è però anche la formazione degli operatori. Il progetto Must-Unesco da sei/sette mesi stiamo monitorando chiese, siti e strutture accessibili per creare un itinerario accessibile in 4 siti Unesco siciliani. Ma contestualmente ha già formato 45 operatori. “Prima il turista disabile limitava le sue destinazioni perché temeva di non essere accettato. Oggi non deve essere più così – ha concluso Anna Anello di Errequadro, società che ha realizzato il progetto Must-Unesco - per questo stiamo organizzando altri corsi di formazione per garantire anche in Sicilia la migliore accoglienza accessibile”.
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