Il Giubileo sarà un modello di sicurezza come è stato Expo 2015. Sarà un lavoro diverso da quello svolto a Milano ma l'obiettivo è «imitarne il risultato». Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, nel corso del Question time che si è svolto oggi alla Camera dei Deputati, rispondendo ad una delle tre interrogazioni che gli sono state rivolte.
Alfano ha proseguito ricordando che alla sicurezza del Giubileo è stata dedicata una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto il 3 novembre al Viminale, nel corso del quale si sono pianificate, «strategie ben precise per far sì che l’evento possa essere una grande occasione spirituale per i fedeli e i pellegrini e al tempo stesso un'occasione nuova per questa splendida capitale che deve vivere in sicurezza». Il ministro dell’Interno ha ribadito che, « non militarizzeremo Roma ma la renderemo sicura. Saranno impiegati oltre mille addetti delle Forze di polizia in più, che si aggiungeranno ai 24mila tra uomini e donne già normalmente in azione a Roma e provincia». Infine Alfano ha informato l’Aula che è stata diramata una direttiva a prefetti e questori sul piano nazionale perché il Giubileo sarà «decentrato», e quindi sono state prese iniziative anche per le prefetture e questure interessate dall’evento.
Sull’interrogazione relativa alle iniziative in merito ai rischi di ingresso in Italia di terroristi islamici, il titolare del Viminale ha precisato che, «nessun paese è a rischio zero, non abbiamo mai escluso la possibilità del verificarsi di un evento negativo come in tutto il mondo abbiamo potuto vedere, ma non abbiamo segnali precisi di una minaccia terroristica». Quanto al nesso tra sbarchi e minaccia jihadista, ha aggiunto Alfano, «nessuno può considerarsi immune dalla minaccia ed contro intuitivo escludere a priori l'esposizione del Paese a questa forma di rischio. Ma abbiamo lavorato sodo ed effettuato decine di espulsioni».
In merito alla corretta interpretazione in materia di notificazione a mezzo del servizio postale, il ministro dell’Interno ha precisato che, «il termine di cinque giorni per il pagamento delle multe che consente uno “sconto” del 30 per cento decorre sempre dal momento in cui il destinatario della sanzione "ha avuto effettiva conoscenza legale dell'atto».
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