118 SICILIA: INCAPACITÀ’, POCA ATTENZIONE O CONVIENE A QUALCUNO?

“Il destino del 118 siciliano, uno dei servizi più importanti per la salute e la sicurezza dei cittadini, continua, nonostante le grida di allarme provenienti da più parti, ad essere avvolto dall’incertezza. Fatti salvi la dedizione e il senso del dovere degli operatori, che tutti i giorni salgono sulle ambulanze ed assicurano un servizio essenziale per la popolazione, per il resto regnano i dubbi e l’improvvisazione. Dopo le dimissioni, quasi 2 anni fà, di Angelo Aliquò, la SEUS, società consortile che gestisce il servizio, continua a non avere un presidente e, forse, alla luce di recenti valutazioni… non è un caso”, lo dichiara l’onorevole Bernardette Grasso di Forza Italia.
“Le scelte e le decisioni importanti continuano ad essere improntate alla ricerca di soluzioni tampone – prosegue la deputata -. A intervalli regolari si torna a parlare di costi del 118 in Sicilia, ma si continua a glissare sulle voci che potrebbero realmente comportare notevoli risparmi senza compromettere la qualità. Tra queste la creazione della “Agenzia dell’emergenza”, con il totale passaggio al pubblico della gestione del settore. Urge una riorganizzazione della rete, non più adeguata alle attuali esigenze di efficienza e di razionale distribuzione del servizio e della turnazione del personale. Il continuo protrarsi di problemi arcinoti e la colpevole mancanza di scelte ormai indispensabili suscitano da tempo più di una perplessità. A comparazione con la gestione privata, nascono spontanei angoscianti interrogativi: perche’ si continua a lasciare la Seus senza una guida e senza il piano industriale? Perché non vengono poste in essere innovazioni efficaci he non avrebbero costo alcuno? Non è forse che delegittimare un servizio che era diventato un fiore all’occhiello per la nostra regione conviene a qualcuno? La situazione è ormai a un punto limite. Da oggi, o si lavora per la salute e nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori… o li si calpesta in nome di interessi che ci limitiamo a definire “diversi”.

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