Palermo, dopo le Ztl Catania lancia l'attacco ai pedoni

Pensavamo che l’assessore Giusto Catania passasse notti insonni per risolvere i mille problemi scatenati dall’istituzione della Ztl a Palermo. Invece - è vero che non dorme – ma per regalare nuove ansie a tutti quei cittadini che, per un motivo o per l’altro dovessero incautamente decidere di uscire da casa.
L’ultima geniale pensata dell’assessore alla mobilità è quella infatti di ripristinare e ampliare le piste ciclabili in via Libertà. Ma non le piste così concepite come in tutta Europa,
ovvero riservate alle due ruote non motorizzate ma nettamente isolate dai percorsi pedonali e automobilistici. Lui, come già incautamente fu sperimentato una decina di anni fa su alcuni marciapiede, li farà proprio in mezzo al marciapiede. Unica ulteriore illuminazione: saranno a senso unico. Ora c’è da pensare che il buon Catania, considerato anche il fisico e la disponibilità di un’auto comunale, , non sia un gran fruitore di biciclette, diversamente si sarebbe accorto che i ciclisti a Palermo sono il massimo dell’anarchia, non meno degli automobilisti. A parte le simpatiche coppie trendy o le famigliole che la domenica sciamano nei tratti di città chiusi al traffico, per il resto gli utenti quotidiani delle due ruote a pedali circolano indisciplinatamente controsenso e contromano nelle strade e sui marciapiedi (anche dove non ci sono piste), attraversano le strisce pedonali pedalando (sarebbe oggetto di multa) sfiorando continui incidenti, mentre gli incauti pedoni rischiano di venire travolti e quasi sempre insultati. Insomma entro fine anno guai ai pedoni. Anziani, portatori di handicap motori, bambini, mamme con carrozzine, persone semplicemente distratte, che amavano passeggiare lungo via Libertà, rigorosamente sui marciapiede, saranno ad alto rischio. E in caso di incidente – ma davvero siamo in Europa ? - i ciclisti non hanno alcun obbligo di assicurazione. 
Ma, come direbbe il grande Totò, per l’assessore Catania e i suoi grandi progetti, sono solo quisquiglie.


Giancarlo Drago

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