In città la perdita di posti di lavoro colpisce l'universo maschile. Dei 6 mila posti di lavoro persi, 5 mila in meno si trovano nell'industria: mille si sono persi nel manifatturiero e 4 mila nelle costruzioni. I rimanenti mille posti in meno riguardano i servizi. Per quanto riguarda il fronte femminile, infatti, il mercato del lavoro è rimasto completamente fermo. Restano 113 mila a Palermo le donne occupate, come un anno fa. Non c'è stato nessun incremento né decremento. Anche il tasso di disoccupazione femminile resta stabile: è pari al 26,3 per cento, in linea con il dato dell'anno precedente.
Il tasso di occupazione si abbassa dal 38 per cento al 37,4 per cento. E cresce quello dei disoccupati, che passano da 102 mila a 107 mila, con un tasso di disoccupazione che balza dal 23,9 per cento al 25,1 per cento. La disoccupazione giovanile si incrementa e passa dal 65 per cento al 71, 2 per cento. Una variazione significativa riguarda gli inattivi: diminuiscono, e passano da 417 mila a 414 mila. Un fatto che va letto partendo dalla considerazione della precarietà e della fame di lavoro. “Ci sono almeno 3 mila persone che non cercavano lavoro e che da un anno all'altro hanno iniziato a darsi da fare per trovare un'occupazione- aggiunge Campo - La diminuzione degli inattivi dimostra che la situazione è abbastanza pesante e precaria. Non siamo fuori dal tunnel, mai si era verificata una caduta occupazione di questa portata. L'occupazione è strettamente legata all'andamento del Pil, cioè ai consumi e all'investimento. Se non si lavora su queste due variabili, consumi e investimento, non si creerà occupazione”.
Anche il dato sulla stazionarietà del mercato del lavoro delle donne, rimasto completamento fermo a Palermo, fa riflettere sulla disuguaglianza di occasioni e prospettive. “Considerando che la maggior parte delle famiglie è monoreddito, e che la perdita occupazionale ha interessato gli uomini – prosegue Campo - significa che ci sono parecchie migliaia di famiglie in condizione di povertà. Dai dati inoltre sembra emergere che Palermo, Trapani e Messina siano le province che hanno accusato maggiori difficoltà”.
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