FLAI, DOMANI 27 LA TENDA ROSSA A PARTINICO PER FARE IL PUNTO SU BONIFICA, AGRICOLTURA E DIRITTI DEI LAVORATORI

Continua il viaggio in Italia della Tenda Rossa della Flai Cgil, che domani, ore 9,30, arriva in piazza Duomo, a Partinico, per mettere al centro il problema della bonifica in Sicilia e dello sviluppo dell'agricoltura. La tenda rossa, attraverso la quale il sindacato si è rivolto in questo anno alle lavoratrici e ai lavoratori per la campagna sui referendum della Cgil su voucher e appalti e sulla Carta universale dei diritti, approda simbolicamente nel paese dove Danilo Dolci fece lo sciopero della fame. Il 27 febbraio del 1963, dopo decine di denunce e mobilitazioni da parte di Danilo Dolci e dei suoi collaboratori, avevano inizio i lavori di costruzione della diga sul fiume Jato, oggi intitolata a Mario Francese, diventata il simbolo dell'impegno contro l'influenza mafiosa sul territorio. Nel territorio ricade il consorzio di Bonifica 2 Palermo, che ha 151 dipendenti a tempo indeterminato, 24 lavoratori 151/isti e 50 a 51 giornate annue.

La campagna della Flai, partita lo scorso anno, risponde all’hastag #cimettiamoletende. L'iniziativa, sarà introdotto dal segretario generale Flai Cgil Palermo Tonino Russo. Partecipano Alfo Mannino, segretario generale Flai Cgil Sicilia e Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo. Conclude Sara Palazzoli, segretario nazionale Flai Cgil. Interverranno il sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo, il direttore del consorzio Gianni Tomasino, il commissario straordinario Francesco Greco, il direttore generale dello sviluppo rurale e territoriale Dorotea Di Trapani, l'assessore regionale all'Agricoltura Antonello Cracolici.

“Nella nuova riorganizzazione prevista dalla riforma approvata dall'Ars due anni fa, che porta i consorzi da 11 a 2, auspichiamo che oltre alla salvaguardia dei posti di lavori e a una nuova pianta organica adeguata al territorio, non vengano trasportati i debiti e i contenziosi che hanno reso i consorzi dei carrozzoni – dichiara il segretario Flai Cgil Tonino Russo – E chiediamo che i consorzi funzionino da veri erogatori di servizi in agricoltura. Nei consorzi, dal 1992 gestiti dai commissari, chiediamo che sia dia corso a una gestione manageriale, e che tutti possano pagare l'acqua a un prezzo equo”. 

La Flai chiede alla Regione che si creino le condizioni perché, attraverso i 2 miliardi di euro del piano di sviluppo rurale (PSR), ci sia un progetto per consolidare il comparto agricolo in Sicilia. “In una terra in cui ci sono grandi eccellenze – aggiunge Tonino Russo - ma anche grandi contraddizioni, dove alcuni nostri prodotti hanno prezzi bassissimi (grano e uva), dove la concorrenza è sleale, dove non si rispettano i contratti di lavoro e dove in alcune aree è presente il dramma vergognoso del caporalato, bisogna creare le condizione perché si possa investire per creare sviluppo e perché le terre ancora non assegnate della riforma agraria siano date ai giovani attraverso la banca della terra, affinché investano all'interno di un progetto che valorizzi le vocazioni del territorio e crei le condizioni per chiudere la filiera dalla produzione alla commercializzazione”. 

Negli 11 consorzi siciliani lavorano 2.194 dipendenti di cui 1.159 a tempo indeterminato, 338 a 151 giornate annue, 162 a 101 giornate, 535 a 51 giornate. Nella Sicilia orientale, ci sono circa 243 mila ettari gestiti dai consorzi, di cui 90.000 circa interessati all'irrigazione. Mentre nella Sicilia occidentale vi è una superficie di circa 84.000 ettari, di cui circa 40.000 interessati a interventi di irrigazione. Oggi i consorzi in Sicilia costano circa 58 milioni e usufruiscono di un finanziamento pubblico pari al 95 per cento.

“Il modello associativo dei consorzi potrebbe estendersi anche ad altre attività, divulgazione agricola, promozione del territorio, commercializzazione dei prodotti – aggiunge Tonino Russo - Nei posti dove i consorzi non sono arrivati l'acqua è ancora gestita dai poteri mafiosi e dal malaffare”. La Diga Jato, con una capacità di 72,5 Mmc, è tuttora attiva, le acque vengo utilizzate a scopo potabile dai comuni di Terrasini, Cinisi e dalla zona occidentale di Palermo

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