In questo contesto ci chiediamo il senso
di “deportare” nella cittadina in provincia di Messina alcune importanti opere
d'arte siciliane, quali il “Ritratto di ignoto” e “L'annunciata di Antonello”
da Messina o La tavola bifronte di Leonardo da Vinci, che serviranno solo a
solleticare la curiosità e l’ammirazione dei “potenti”, troppo impegnati a
discutere di altro, per apprezzare la bellezza
rappresentata da tali dipinti. Altro sarebbe stato, invece, se questi quadri
fossero stati inseriti in un percorso culturale-educativo,
esposti nell’ambito di una mostra tematica, aperta
all'ammirazione di tanti, cittadini e turisti.
Per non parlare poi della discutibile
istallazione realizzata in legno sulla cavea del teatro greco-romano di
Taormina, un intervento invasivo che mortifica lo splendore della struttura, realizzata solo per
ospitare un parterre internazionale, o del rapido restauro del maestoso palazzo
dei Duchi di Santo Stefano, che attendeva da anni un intervento e che l’ha
ottenuto solo adesso, ma non perché esso ritorni alla libera fruizione dei
cittadini, ma solo per ospitare la centrale operativa che gestirà la sicurezza
del G7.
L’associazione SiciliAntica esprime un
giudizio fortemente critico sulla gestione dei beni culturali ed artistici
siciliani in occasione del summit internazionale, ridotti solo a “merce”, a
vetrina del potere e della “potenza” di un’Italia che non ha mai, se non
raramente, valorizzato e protetto davvero il suo immenso, prezioso e
inestimabile patrimonio storico-culturale.
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