Cracolici: Una maionese impazzita. Questa sembra essere la politica del centrosinistra allargato o ristretto poco importa, in Sicilia.

Post su Facebook di Antonello Cracolici
Per mesi si è ipotizzata una candidatura a Presidente che sin dalle prime battute appariva improbabile. Mi riferisco alla ipotizzata candidatura di Pietro Grasso, che ha finito per assumere il carattere di una ipotesi più auspicata che reale. Il risultato è che ci ritroviamo con tre mesi trascorsi a inseguire farfalle. Tre mesi che sarebbero stati decisivi per individuare il metodo per scegliere il candidato Presidente della Sicilia.
Siamo rimasti imprigionati dal tatticismo devastante di una politica che appare senza idee. Appariamo incapaci di offrire una visione sul futuro della Sicilia anche correggendo errori e limiti che ci sono sicuramente stati, ma avendo l'orgoglio di difendere ciò che abbiamo fatto. Quanto sarebbe stato bello andare in mare aperto a cercare il consenso su cosa proporre ai siciliani.
Tre mesi fa, scegliere le primarie avrebbe spostato sulla società il giudizio su chi candidare a Presidente e obbligato i partiti, anche i più recalcintanti sulle primarie, a prendere atto della selezione fatta davanti a migliaia di persone. Insomma avremmo avuto un candidato legittimato e una coalizione che non aveva margini per distinzioni.
Invece, lo stesso Crocetta, commettendo un errore, ha considerato la proposta delle primarie una lesa maestà del suo diritto alla ricandidatura. Alcuni li chiedevano a parole, ma speravano nel contempo nella investitura di Renzi. Le primarie prima di essere travolte dalle polemiche sono state accantonate per la teorica candidatura di Grasso. Adesso Crocetta rilancia la sua candidatura e usa le primarie per sfidare il Pd, pur sapendo che, al punto in cui siamo, è poco probabile che si crei una coalizione accanto al PD. Poi ci sono coloro che avendo partecipato a tutte le edizioni possibili dei vari governi che Crocetta ha messo in campo, in tutte le sue varie definizioni: da quello del presidente, a quello tecnico, al tecnico politico, al politecnico, sino al politico e basta, adesso chiedono a gran voce che il prossimo Presidente dovrà essere espressione della discontinuità dei governi Crocetta. Pur mantenendo poltrone, poltroncine, strapuntini di ogni tipo e addirittura con ex assessori a farsi portavoce di questa richiesta .
Insomma tutto si è trasformato in un gioco degli specchi dove ognuno guarda riflessa la propria immagine, infischiandosene del rossore che dovrebbero notare nel vedere la propria faccia. Mi pare la scrittura di un film che fra tre mesi sarà proiettato nelle sale della Sicilia: "Storia di un suicidio annunciato". Saremo capaci di fermarci in tempo?

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