Salvatore Martinez alla Consultazione Internazionale sulla persecuzione dei Cristiani Budapest, 11-13 ottobre

Martinez: “Difendere la libertà di professare la propria fede è uno dei compiti più nobili della politica e uno dei primari doveri di ogni istituzione umana. Urgono nuovi modelli di leadership con i giovani per protagonisti”. “Trovare le risposte appropriate a una crisi trascurata a lungo” è il titolo della Consultazione Internazionale sulla persecuzione dei Cristiani che ha preso il via ieri, mercoledì 11 ottobre e in programma fino a venerdì 13 ottobre, a Budapest presso l’Hotel Corinthia, organizzato dal Ministero delle Risorse Umane unitamente al Segretariato di Stato ungherese per l’aiuto dei Cristiani perseguitati.  Salvatore Martinez, presidente della Fondazione Vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth” e dell’Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto delle libertà religiose, interviene venerdì 13 ottobre sul tema: “Possibili campi/ambienti di cooperazione degli attori (protagonisti) dello Stato e non nella lotta contro la persecuzione dei cristiani”. Alla Consultazione parteciperanno non solo esponenti del mondo politico, sociale ma in particolare del mondo religioso appartenenti a varie Chiese Orientali e Occidentali. «Siamo testimoni dell’angoscia di un mondo che vive una profonda crisi spirituale – ha commentato il presidente Martinez – perché sta colpevolmente permettendo che Dio sia escluso dalla storia umana, ponendo Dio in conflitto con la sua stessa esistenza o in conflitto con gli uomini. Difendere la libertà di professare la propria fede è uno dei compiti più nobili della politica e uno dei primari doveri di ogni istituzione umana. Significa salvaguardare l’essenza del diritto, fondato su quelle libertà che garantiscono pace, sicurezza e prosperità. La violenza è una menzogna, poiché è contraria alla verità di una vera fede in Dio e alla verità della nostra stessa umanità. La violenza distrugge ciò che sostiene di difendere: la dignità, la vita, la libertà degli esseri umani. Non c’è dubbio che sono due le grandi vie maestre dalle quali sempre ripartire e sulle quali mettersi in cammino: la via del bene comune e la via dei diritti umani. Due vie sulle quali i nostri giovani devono mettersi in cammino. Noi padri abbiamo una grande e storica responsabilità davanti a questi nostri figli, se continueremo a lasciarli guardare, a lasciarli spettatori inerti di tutti i mali che non siamo ancora stati capaci di risolvere. I giovani devono divenire gli interlocutori privilegiati della nostra azione politica e culturale. Occorre investire di più in educazione e formazione di nuovi leaders capaci di interpretare in chiave interdisciplinare e interreligiose le sfide del Terzo millennio. Tutti, in qualche modo, sono coinvolti nell'impegno per il bene comune, nella ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio. Tale responsabilità compete, in particolare, all’autorità politica, ad ogni livello del suo esercizio, perché essa è chiamata a creare quell’insieme di condizioni sociali che consentono e favoriscono negli esseri umani lo sviluppo integrale della loro persona. Utopia? No: dovere di ogni leader politico o religioso; e diritto primario di ogni cittadino da tutelare». Il RnS è un Movimento ecclesiale che in Italia conta più di 200 mila aderenti, raggruppati in oltre 1.900 gruppi e comunità.

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