Il ricordo di un grande attore


di Franco Verruso
Il prossimo sabato 9 dicembre, alle ore 11, presso la chiesa di Casa Professa, si celebrerà una messa per ricordare il grande attore palermitano Francesco Benenato, noto col nome d’arte di Franco Franchi, nel XXV anniversario della morte. Era il 1950, quando lo vidi per la prima volta in Piazza N. Colajanni, all’Albergheria, mentre si esibiva nella classica “posteggia”, col nome d’arte Ciccio Ferraù.
Incuriosito, mi avvicinai unendomi ai numerosi spettatori che, divertiti, lo applaudivano calorosamente. Improvvisava divertenti battute mai volgari, imitava alla perfezione i movimenti e i versi della gallina e della scimmia. Inoltre faceva la parodia di Hitler e di Jerry Lewis e con la faccia, definita “di gomma”, eseguiva movimenti incredibili: univa il mento al naso, gonfiava le guance in modo impressionante. Roteava gli occhi e, corrugando la fronte, riusciva a muovere contemporaneamente orecchie e capelli. Poi, improvvisamente, riproduceva le caratteristiche “abbanniate” dei venditori del Capo e della Vucciria, molto richieste dal pubblico. Dotato di un fisico robusto, atletico, terminava il suo
numero con degli esercizi tipici del circo e poi, col cappello in mano girava tra gli spettatori per racimolare qualche spicciolo. Lo rividi nel 1961 (già aveva girato tre film (Appuntamento a Ischia, L’onorata società e 5 marines per 100 ragazze,con l’altrettanto bravo Ciccio Ingrassia, ndr) e poi nel 1964, quando lo invitai come ospite ad un mio spettacolo di varietà. Legati da spontanea simpatia, quasi tutte le volte che tornava a Palermo c’incontravamo per un caffè e scambiare quattro chiacchiere. In alcune occasioni veniva con Ingrassia o con Enzo Andronico, amico di famiglia e ottimo attore caratterista che prese parte a numerosi film e trasmissioni televisive della celebre coppia. Col tempo, purtroppo, gli incontri cominciarono a diradarsi, io continuavo a vedere tutti i loro film, gli show televisivi e ascoltavo le loro divertenti incisioni discografiche e sull’attività della coppia mi aggiornavano il figlio Massimo, i fratelli Pino e Stefania e il cognato Nicolò Gallina. Nel 1992, Franco, mentre registrava negli studi di Napoli, alcune puntate di “Avanspettacolo”, accusò un malore improvviso e tornò a Roma. Da tempo, infatti l’attore era afflitto da una cirrosi epatica che si era ulteriormente aggravata e la
mattina del 9 dicembre 1992, presenti la moglie Irene, i figli Maria Letizia e Massimo, la sorella Stefania e l’inseparabile Ciccio Ingrassia, avvenne il decesso. Per volere dello stesso Franco, la salma è trasferita a Palermo dove, la mattina dell’11 dicembre nella chiesa di Casa Professa si svolgono i funerali alla presenza di tanta gente che ha conosciuto e amato quell’attore di strada, elevato, poi, ai fasti della celebrità. Era presente gente semplice, dei quartieri più
popolari, (anche Franco era nato nel popolare quartiere Capo, al civico 9 del Cortile Scaletta, vicino la Discesa Giovenchi, ndr), gente della Palermo bene o della periferia, che quella mattina si ritrova lì per dare l’ultimo saluto ad un grande attore comico che, prematuramente, abbandona le scene e la vita. Accanto a Ciccio Ingrassia col figlio Giampiero, visibilmente provati, si intravedono gli attori Lino Banfi, Gianfabio Bosco ed i nostri Gustavo Scirè e
Giacomo Civiletti. Finiti i funerali, la salma, salutata da fragorosi applausi da un’immensa folla ammassata nella piazza antistante la chiesa, per espresso desiderio di Franco è tumulata nella tomba di famiglia al cimitero palermitano dei Rotoli. Nel 2005 lo ricordai pubblicando un mio libro dal titolo “Franco Franchi: l’ultimo dei belli e dei ribelli”, con introduzione del compianto critico Gregorio Napoli. Ma non mi sono fermato, perché sto per completare un libro sulla celebre coppia ed intanto, da cultore dei due comici, sempre attento a tutte le ricorrenze e manifestazioni a loro dedicate, in città e in Sicilia, realizzo numerosi articoli e servizi. 

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