"Amava i suoi agenti e i giovani" memoria di mio fratello rivive nel Premio "Ninni Cassarà" alla XVII^edizione

di Ambra Drago

“Una persona generosa che amava i suoi agenti-racconta Maria Rosalba Cassarà-e diceva alla mia mamma, professoressa, “li devi fare studiare” è questa frase denota chi era davvero mio fratello Ninni e la sua grande volontà di valorizzare i giovani perché potessero anche loro portare avanti la loro professione e la loro vita corretta. Era una persona fondamentalmente generosa e anche nei momenti drammatici della sua vita, con le preoccupazioni che il suo lavoro gli creava, lui continuava ad avere un’attenzione e un amore per tutti che fossero i familiari, i suoi uomini, lui era sempre presente”.
Era questo il Vice questore Aggiunto della Polizia e Capo della Squadra Mobile di Palermo, Ninni Cassarà, ucciso dalla mafia il 6 agosto 1985, davanti il portone di casa, insieme al suo fidato agente Roberto Antiochia.



“Roberto Antiochia era in ferie a Roma-continua Maria Rosalba Cassarà -ma avendo saputo della morte dell’allora capo della Catturandi, Beppe Montana, decise di rientrare per proteggere mio fratello. Devo sottolineare che Ninni non era protetto dallo Stato e alcune persone che in quel momento storico si trovavano ai vertici erano infastidite dal suo atteggiamento e dal suo lavoro molto scrupoloso. Ninni aveva lavorato al rapporto Michele Greco+161 e andò a testimoniare nel processo per la morte di Rocco Chinnici ( che stava indagando sui fratelli Salvo, all’epoca intoccabili). Mio fratello si espose molto ma uno che lo appoggiò in quel periodo è stato il giudice Paolo Borsellino che confermò la dichiarazione di mio fratello. Noi da familiari la percezione del pericolo l’abbiamo avuta profondamente ma nulla lo ha fermato e nemmeno i miei genitori osarono chiedergli di farsi indietro. Lui amava tanto Palermo e la Patria, aveva un suo grande ideale della giustizia che ha portato avanti fino all’estremo sacrificio pagando con la vita”.

Un ritratto di un uomo, di un fratello, che era anche marito e padre, prima ancora di essere poliziotto che è stato custodito attraverso la costituzione del premio a lui intitolato e giunto, quest’anno, alla XVII^ edizione.
“Sono grata all’amministrazione comunale di Carini ci è stata vicina da quando è iniziato il premio, questo ha trovatori da subito un grande riscontro presso i giovani. All’inizio è stato rivolto alle scuole superiori della provincia di Palermo, adesso ha superato anche i confini regionali, ora è diventato un premo internazionale( una ragazza turca è stata insignita di questo riconoscimento proprio nel periodo in cui ho insegnato a Asmara e Istanbul ed è venuta a ritirarlo a Carini). La proposta è rivolta ai giovani che devono elaborare, uno scritto, un video, una fotografia , un qualcosa che nasca e diventi testimonianza di lotta all’illegalità e che lasci un seme e devo dire nel corso degli anni che da questo sono nate persone che hanno visto in Ninni un vero esempio”.

L’ispiratrice del premio è stata la professoressa Elvira Cassarà Gensardi, madre di Ninni e Maria Rosalba, che desiderava trasmettere si la memoria ma arrivare ai giovani aiutandoli a percorrere un cammino di legalità.

“Mia madre è riuscita a resistere alla morte del figlio conclude Maria Rosalba Cassarà-e ha voluto riversare tutto l’amore per Ninni portando avanti questo premio ed io ne ho ricevuto il testimone e ne sono fiera “.

La premiazione si è tenuta nel Castello La Grua Talamanca ( noto come Castello di Carini) alla presenza del sindaco, il professore Giuseppe Monteleone: “E’ importante nella scuola favorire il percorso della memoria per non dimenticare, ma bisogna ricordare ai ragazzi che tutto quello che si è conquistato in tema di legislazione e dell’antimafia con il tributo di sangue dei caduti ha avuto un prezzo davvero molto alto. C’è la cultura mafiosa che dev’essere sconfitta, ma voglio essere ottimista e pensare positivo. Ad esempio (per via del mio lavoro) ho insegnato anche a ragazzi i cui genitori avevano intrapreso percorsi di illegalità, ma sono riusciti a prendere vie diverse, alcuni sono diventati bravi professionisti non hanno avuto mai a che fare con la mafia”.

La giuria presieduta dalla professoressa di Lettere Cassarà ha assegnato anche diversi premi ai Neo Laureati: Oriana Colletta ( laurea magistrale in Biotecnologie mediche-Unipa); Fulvia Gambino ( laurea magistrale in Giurisprudenza- Unipa); Maria Luce Lo Piccolo e Tiziana Testaverde ( laurea magistrale in Scienze dell’Educazione-Unipa).

Per la sezione miglior elaborato realizzato da allievi del III^ delle Scuole pubbliche di Istruzione secondaria di primo grado di Carini sul tema “ Rapporto tra cultura e legalità” i premi a : “Sentieri Gialli” filmico in Dvd realizzato da alunni del CPIA Palermo I^ Calderone Carini. Per aver realizzato nel disegno la stanza di Ninni Cassarà premiata Zaira Conigliaro, Istitito Comprensivo Calderone Carini-Torretta. Per aver realizzato un pannello in plexiglas premiata Tamara Marchese, Istituto Comprensivo “Renato Guttuso”.

Per la sezione miglior elaborato sempre sul tema “Rapporto Cultura e Legalità” nonché un testo visivo con contenuto illustrativo su uno dei seguenti temi ( quartiere, la famiglia, gli amici) i vincitori della borsa di studio sono: per il vide “Il commissario Cassarà” gli alunni della IV^A dell’I.P.S.S.A.R. “Paolo Borsellino di Palermo: Al cortometraggio “Il Quartiere” realizzato da Andrea Randazzo, classe V^B dell’istituto Ettore Majorana di Palermo. Ex aequo a Angelo Gargano del Liceo Classico Statale “Umberto “ di Palermo che racconta inun testo narrativo la storia di Rita Atria, e alle gemelle Margherita e Valeria violante frequentati l’indirizzo tecnico dell’istituto “Einaudi-Pareto “ di Palermo.

Infine per la sezione elaborato scolastico realizzato da allievi frequentanti le Scuole Secondarie in Italia sul tema “Il valore della pace nel mondo tra storia e attualità” il premio è stato assegnato al video “La scelta”, realizzato dagli studenti del liceo classico “Giuseppe Farina” di Messina.

Non solo la consegna delle borse di studio ma anche tanti momenti artistici per un Premio che quest’anno ha avuto la sponsorizzazione del banco BPM e che sotto Carlo Azeglio Ciampi ha ottenuto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica.
Alla serata hanno preso parte il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il questore Renato Cortese e il suo vicario Dario Sallustio insieme a Paola Di Simone, che lavora nel Laboratorio di Genetica forense della Polizia Scientifica di Palermo, e scrittrice per passione (per l’occasione ha ritirato una targa in fregagione al suo libro “Crimini al microscopio”Flaccovio Editore).
Presenti anche numerosi rappresentanti della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri anche del comando di Carini.

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