La Finanza sequestra beni per 11,3 milioni al manager, Antonio Fabbrizio, è accusato anche di bancarotta e intestazione fittizia. Colpito anche il patrimonio di un suo stretto collaboratore, Imd, per un valore di 5,1 milioni . Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo contestano a Fabbrizio e ad altre tre persone una miriade di reati, dall' associazione a delinquere finalizzata “al falso ideologico, all’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e alla successiva malversazione”.
In particolare Fabbrizio è stato amministratore prima di diritto e poi di fatto di due consorzi il Consorzio Cult e il Conzorzio Sistema Palermo servizi musei, operanti nel settore turistico.
Queste due attività insieme ad una terza società la Alimentaria Sicilia Srl sono state beneficiarie di finanziamenti pubblici concessi dalla Regione Siciliana - Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana.
Secondo gli inquirenti la concessione dei contributi pubblici, per oltre 3,2 milioni di euro sarebbe stata finalizzata alla realizzazione di un sistema itinerante su tutto il territorio regionale per la fruizione del patrimonio culturale e naturalistico, in grado di promuovere il turismo locale e di potenziare le realtà produttive circostanti, attraverso la realizzazione di dieci unità produttive dislocate sull’intera regione e di un portale internet, l’acquisto di audioguide, cartellonistica e segnaletica stradale.
Le indagini, condotte mediante acquisizione e analisi documentale presso la Regione Siciliana, accertamenti bancari e incrociati nei confronti di tutti i fornitori delle entità beneficiarie delle erogazioni, con intercettazioni telefoniche, hanno permesso di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale tra Fabbrizio e I.M.D., insieme a due prestanomi, O.R., di 54 anni e R.A. di 48 anni.
I quattro avrebbero predisposto una documentazione falsa per ottenere erogazioni pubbliche per oltre 3,2 milioni di euro, distraendo i fondi per finalità differenti rispetto a quelle per cui erano stati concessi. Gli indagati avrebbero anche utilizzato ed emesso fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di quasi 7,8 milioni di euro, effettuato operazioni finanziarie per oltre 11 milioni di euro strumentali allo svuotamento delle “casse” delle società beneficiarie dei contributi, con conseguente fallimento.
Al termine delle indagini sono state denunciate 18 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico, all’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e alla malversazione, alla bancarotta fraudolenta. Sono state inoltre segnalate tre persone giuridiche Alimentaria Sicilia Srl e i due consorzi per l’illecito amministrativo di truffa aggravata.
Antonio Fabbrizio è stato denunciato anche per i reati di intestazione fittizia di beni, per sottrarli all’applicazione di misure di prevenzione pendenti a suo carico, ha fittiziamente intestato alla anziana madre la proprietà di un'auto. A Fabbrizio sono stati sequestrati due immobili di pregio nel centro storico di Palermo, in via Pignatelli Aragona e in via Mariano Stabile, anch’essi fittiziamente intestati ad una società in liquidazione, di fatto gestita dall’indagato.
E sull'operazione è intervenuto il colonnello Cosmo Virgilio, il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo: “La Guardia di finanza prosegue la propria azione di contrasto agli sperperi di risorse pubbliche provenienti dai fondi europei, nazionali, regionali e locali e alle connesse condotte di reinvestimento illecito in beni e attività economiche, che rappresentano un rilevante danno non solo per il complessivo sistema degli incentivi alle imprese, ma soprattutto alimentano una concorrenza sleale e sono nocumento dagli operatori economici onesti e rispettosi delle regole”.
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