Duplice omicidio allo Zen, confessa il 27enne. Ruperti: "Nessuna collaborazione. Movente un possibile litigio"

di Ambra Drago
"Abbiamo effettuato serie di interrogatori per tutta la notte - racconta Rodolfo Ruperti- Capo della Squadra Mobile di Palermo - abbiamo puntato le nostre attenzioni sul soggetto oggi fermato, Giovanni Colombo. Ci tengo a sottolineare che è stato il nostro un lavoro di squadra, insieme anche al  personale della sezione investigativa del Commissariato San Lorenzo e siamo stati guidati sul campo dal pm".
Stamattina il ventisettenne accompagnato dal suo legale si è costituito al Comando provinciale dei carabinieri di Palermo assumendosi la responsabilità del fatto e poi è stato condotto alla Squadra Mobile, titolare delle indagini. 
"Non abbiamo avuto un minimo di collaborazione -sottolinea Rodolfo Ruperti - benché il fatto si sia svolto con una cadenza temporale immediata in un orario in cui il padiglione di via Rocky Marciano era pieno di gente".
Sarebbero almeno 11 o  12 i colpi partiti dalla pistola del ventisettenne residente a pochi metri dalle sue vittime, Antonino Lupo di 53 anni con precedenti per droga e il figlio Giacomo di 19 anni .


"Al momento la pistola è stata acquisita agli atti del procedimento ma ci sono in corso i rilievi della scientifica per verificare la compatibilità con quello che abbiamo repertato".



Per quanto riguarda la dinamica e il possibile movente del duplice omicidio il Capo della Squadra Mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti ha dichiarato: " Tutto è avvenuto nel padiglione dello Zen, a pochi metri dalla casa dell'arrestato. Per quello che si è potuto ricostruire c'era stata una precedente lite le cui motivazioni sono in corso di accertamento fra l'omicida e un parente delle vittime. Queste erano andate in qualche modo per chiarire o farsi giustizia, ma lo dovremmo capire, cercando il Colombo che invece gli ha sparato contro. Vittime e omicida si conoscevano abitavano davvero a pochi metri di distanza anche se su padiglioni diversi".

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