Salvini a Corleone: "Voglio che sia la giornata dell'unione del Paese". Inaugurato il commissariato di polizia


di Ambra Drago
"Sono voluto venire per dar voce alle donne e uomini in divisa ma anche a chi non lo è. Corleone non è mafia, l'italiano la sconfigge la mafia. La criminalità è un problema non solo siciliano è anche a casa mia a Milano dove a maggio verrà inaugurata una  nuova sede dell'Agenzia dei beni confiscati.
Mi piacerebbe che il 25 aprile sia la giornata dell'unione e della pacificazione sottolinea Matteo Salvini, nel nome dell'Italia che verrà, poi ognuno si tiene proprie idee, distanze, e obiettivi: ho scelto Corleone per dire ai giovani che vince lo Stato. Possono provare a riorganizzarsi o a cambiare business  ma siamo più forti noi. Questo Comune, questa Regione, questo ministro e questo Governo sono disposti ad andare fino in fondo. So benissimo di fare un lavoro più pericoloso di altri se avessi paura farei un altro mestiere e sono disposto per i miei figli di dare la vista per questo Paese. Considero di tornare anche se la strada risale al 43' ma chiederò all'Anas, così come chiesto dal sindaco Nicolosi, a che punto è la situazione qui in Sicilia".
Con queste parole il ministro dell'Interno ha cercato di stemperare gli animi e le polemiche legale alla sua scelta di venire a Corleone per festeggiare la "liberazione dalla mafia".
" Io in realtà voglio liberare il Paese da tutti gli estremismi, che siano di destra, di centro o di sinistra".


Tra le domande poste in sede di conferenza stampa anche quella legata all'ultima polemica targata Di Maio  : “La mafia la combatti con l’esempio, non andando a Corleone”, ha detto il capo politico di M5s. E Salvini  ha risposto: “Oggi sono in versione Zen, prossima domanda?”. Torna sul caso Siri, il leader della Lega: “ho sentito il sottosegretario, gli ho chiesto se è tranquillo e mi ha detto di sì. Se è tranquillo lui, allora lo sono anch’io. Siri vuole essere ascoltato il prima possibile: in un paese civile questo accadrebbe un quarto d’ora dopo il coinvolgimento dell’indagato , non mesi dopo”.
 Schivando diverse domande ha poi detto: Stamattina ho saputo di quattro striscioni che inneggiano alla mia morte, non sto qua a frignare. I partigiani prenderebbero a schiaffoni chi istiga alla violenza".
La visita del Ministro ha visto anche un momento strettamente istituzionale e solenne, ovvero la scopertura di una targa dinanzi il nuovo commissariato di polizia di Corleone.
Il ministro è stato accompagnato per l'occasione dal Capo della Polizia, il prefetto Franco Gabrielli, dal prefetto Antonella De Miro, e dal questore di Palermo,Renato Cortese.
"Ringrazio il Ministro, è un onore averla qui, ringrazio anche il Capo della Polizia, che ormai a Palermo è di casa non facendoci mancare mai il suo sostegno- sottolinea Renato Cortese - questore di Palermo- e rivolgo un saluto al presidente della Regione, Nello Musumeci, al sindaco di Corleone, grazie per averci aiutato a realizzare questo progetto, l'inaugurazione del commissariato .
Un presidio di legalità che non va immaginato come un'oasi nel deserto, a questo paese è stata sempre associata la ferocia,l'arroganza della mano mafiosa. Corleone un piccolo fazzoletto di terra popolato da tantissima gente onesta che si ribella e dice no alla mafia che purtroppo ha dato natali a uomini spregiudicatoi che hanno disseminato orrore, criminali malvagi che hanno imposto il loro predominio con la violenza e con il sangue e atrocità. Sono passati  tanti anni da quelle stragi, anni in cui all'indomani di quei crimini efferati intere generazioni di giovani palermitani sono nate e cresciute con la consapevolezza di quell'orrore. Anni in cui lo Stato ha saputo reagire a quelle ferite profonde inferte a tanti innocenti: sacerdoti, politi, magistrati, poliziotti, giornalisti, tutti caduti per mano della mafia, una piovra i cui tentacoli si insinuavano tra le pieghe dell'economia, della politica e delle istituzione con l'obiettivo dell'eversione dell'ordine democratico. La vittoria dello Stato, gli arresti eccellenti, la ferma volontà di assicurarli al 41 bis sono stati una risposta repressiva ma hanno rappresentato al contempo la risposta ai cittadini per riaffermare il oro diritto di vivere liberi da ogni condizionamento.Eppure il ricordo di quei giorni lontani e cupi rimane vivido e io pop vedo signor ministro, lo vedo negli occhi dei miei poliziotti di Palermo chiamati in prima persona a contrastare questo male, sacrificando affetti, famiglie e spesso anche la loro vita. A loro non posso che dire grazie, per quello che fate, grazie perché non vi siete fatti piegare dalle loro sofferenze, grazie perché non avete  rinunciate, perché non vi siete limitati al dolore e al ricordo ma l'avete saputo trasformare in un impegno concreto e ininterrotto contro l'attività della mafia, perché  questa è una guerra di libertà, democrazia e rispetto dei sirti umani che da anni ci vede impegnati in un'attività di repressione e prevenzione. La lotta alla mafia è nel Dna dei poliziotti di Palermo e Corleone".
E sul fronte strettamente legato all'attività della polizia, abbiamo chiesto al ministro Salvini quale impegno metterà in campo prossimamente.
"Faremo un piano di assunzioni straordinario- ha concluso Salvini- perché nei prossimi anni andranno in pensione ogni anno 5000 poliziotti e quindi il blocco delle assunzioni ci ha portato al collasso e quindi bisogna fare concorsi, garantire uomini, donne e mezzi, il resto sono chiacchiere".
L'intero commissariato è stato benedetto dopo una celebrazione da Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale.
Dopo essersi scattato diversi selfie con i cittadini che lo hanno atteso davanti il Commissariato, il ministro ha proseguito il suo tour alla volta di Monreale.


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