Mafia imponeva buttafuori nei locali. Comandante Pitocco: "Minacce verbali e fisiche. Nessuna denuncia"


di Ambra Drago
Le indagini sono iniziate nel 2016 e sono durate per due anni durante i quelli attraverso intercettazioni e l'ascolto di persone i carabinieri di Palermo e di Bagheria hanno portato avanti l'operazione chiamata "Octopus” nella quale sono state arrestate 11 persone con l'accusa di estorsione aggravata.
"Catalano era l'interfaccia di Cosa nostra- sottolinea Angelo Pitocco- comandante del gruppo di Palermo- con uno degli imprenditori dei locali notturni. In particolare le indagini ci hanno restituito dei legami solidi tra Catalano con esponenti del mandamenti di Porta Nuova anche se i locali ai quali era imposta l'assunzione dei buttafuori erano dislocati non solo in città ma anche in provincia".
Estorsioni che prevedevano oltre l'assunzione del personale di vigilanza anche il pagamento di una somma di denaro dietro ogni utilizzo del personale.
"Nelle cinque estorsioni che abbiamo accertato- continua Pitocco - gli imprenditori hanno pagato o sopportato tale imposizione. Non si può parlare formalmente di una denuncia da parte dei titolare dei locali, abbiamo solo ricevuto delle segnalazioni che abbiamo sviluppato".


Le minacce che venivano perpetrate erano non solo verbali ma anche fisiche."In particolare abbiamo riscontrato che alle consuete minacce verbali e non vi erano anche quelle legate al possibile verificarsi di disordini all'interno dei locali".

Un caso emblematico di imposizione del personale sarebbe quello che ha avuto come protagonista Massimo Mulè, ritenuto dagli investigatori uomo d’onore, reggente della famiglia mafiosa di Palermo Centro, già arrestato il 16.12.2008 (operazione “Perseo”) e il 04.12.2018 (operazione “Cupola 2.0”) e che il 12.08.2019 era stato scarcerato dal tribunale del riesame.

Il capomafia si era interessato affinché Vincenzo Di Grazia, suo cognato, fosse impiegato stabilmente nella gestione della sicurezza nel corso delle diverse serate organizzate. Le lamentele del capo della sicurezza di quel locale, costretto a escludere, a turno, uno dei buttafuori solitamente impiegati che, pertanto, era costretto a cedere il suo posto di lavoro e parte dei propri compensi, venivano soffocate dalle minacce rivolte a lui ma anche ai suoi familiari dai fratelli Andrea e Giovanni Catalano.
Per quanto riguarda il possibile giro di sostanze stupefacenti all'interno dei locali la risposta è stata chiara.
"Non abbiamo accertato nessun giro di sostanze- conclude Pitocco -  al momento non abbiamo effettuato segnalazioni all'autorità prefettizia".


ELENCO DEGLI ARRESTATI
   MULE’ MASSIMO
 CATALANO ANDREA, ;
CATALANO GIOVANNI
 DI GRAZIA VINCENZO
 RIBAUDO GASPARE
RIBAUDO ANTONINO
 CALI’ COSIMO
CANNATA EMANUELE
GIORDANO MARIO
RUGHOO TEJO EMANELE
 FAZIO FRANCESCO

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