Canta che ti passa

di Giuseppe La Manna
La paura è un'emozione molto utile a livello evolutivo e di conservazione della specie ed è comune sia al genere umano che a quello animale. La paura nasce da una situazione di pericolo. Però è necessario saperla gestire, altrimenti può facilmente tramutarsi in panico. Quando il panico si diffonde in gran parte della popolazione diventa psicosi collettiva, fenomeno che in queste ultime settimane sta interessando il nostro Paese, colpito dal Coronavirus. Ciò che ha contribuito al rapido diffondersi del panico tra la popolazione è stata la rapidità con cui le notizie circolano in tutto il mondo. La paura del contagio ha spinto molti ad agire in maniera irrazionale svuotando gli scaffali di supermercati e farmacie. Questo accade perché, quando siamo in preda al panico, le nostre capacità critiche e di ragionamento si alterano, inducendoci a seguire la massa per non essere lasciati indietro, perdendo così la capacità di giudizio.
Quando ci troviamo di fronte a un evento di pericolo e quindi di un'emozione forte come la paura il nostro cervello ha davanti due opzioni, attaccare o fuggire. Farsi prendere dal panico riduce le nostre capacità di giudizio. È bene dunque in questo caso attenersi alle raccomandazioni fornite dagli organi competenti. Consultare i siti internet del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità o fare riferimento alle informazioni e dichiarazioni fornite da Protezione Civile e dai vari Enti appartenenti al Sistema sanitario nazionale e regionale. Seguire queste raccomandazioni sulle norme igieniche, aiuta a ridurre in maniera significativa le possibilità di contagio personale e, di conseguenza, il propagarsi incontrollato del contagio. Gli italiani chiusi in casa si sono dati appuntamento via web per dire tutti insieme che “Andrà tutto bene”. Ecco allora, dalle finestre e dai balconi esibirsi con pentole, trombette per suonare l’inno di Mameli. C’è chi canta “l’Italia chiamò,” e dall’altra parte gli viene risposto con un applauso. Anche questo è un modo per vincere l’ansia e la paura. Uno spettacolo bello da vedere. Alzando lo sguardo sui condomini di Palermo vediamo bambini che cantano l’Inno di Mameli con nonni e genitori e in queste immagini dell’Italia non c’è soltanto il canto patriottico. C’è il parlarsi da una finestra all’altra per rinsaldare lo spirito di solidarietà in un momento in cui nessuno vuole sentirsi solo. Un tipo di comunicazione urlata per farsi forza a vicenda. Alle 18 in punto tutti gli abitanti d’Italia prendono il loro strumento e si mettono a suonare dalla finestra. Il nostro Paese diventa così per quei pochi minuti un gigantesco concerto gratuito. Un modo per uscire dall’isolamento, per vincere la solitudine, ma anche per ritrovare un po’ di serenità e staccare dalle notizie drammatiche che si ascoltano in tv, radio e web. “Stringiamoci a coorte”, è il desiderio di tutti di tornare ad abbracciarci con tanto calore ed amore.

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