Il lazzaretto dimenticato

di Giuseppe La Manna
Epidemie di peste e di colera nel passato erano frequenti. Queste epidemie infestavano più facilmente le città sul mare perché più raggiungibili dalle navi. A Palermo, per evitare un nuovo contagio di peste, si pensò di costruire un lazzaretto al di fuori delle mura cittadine. Precisamente nella borgata dell’Acquasanta, attuale Via Simone Gulì. Era il 1628 quando il vicerè Francesco Fernandez de La Cueva, iniziò la costruzione di un lazzaretto che doveva servire ad accogliere i forestieri che presentavano sintomi sospetti. L’ingresso a questo edificio avveniva direttamente dal mare in modo da evitare il contatto con gli abitanti della città. Dopo la quarantena, uomini e carichi erano liberi di entrare in città. Questo lazzaretto fu realizzato su un antico magazzino di cereali. La nascita del cimitero degli Inglesi invece risale a qualche secolo dopo. E’ del 1812 la prima sepoltura.
L’ingresso del cimitero fu realizzato con pietre provenienti da Portella di Mare, sopra vi è una scultura del Genio della Salute, oggi molto danneggiata. Si decise di utilizzare il terreno del Lazzaretto per seppellire gli eterodossi. In questo pezzetto di terra a due passi dal mare trovarono riposo coloro che non professavano la religione cattolica. La maggior parte protestanti, ma anche ebrei e atei che hanno vissuto a Palermo nella prima metà del XIX secolo, che ai tempi formavano una nutrita comunità. Alla fine del XIX secolo l’antico edificio del Lazzaretto fu trasformato nella Manifattura Tabacchi. Negli anni ’20 la gestione del cimitero degli Inglesi passò in mano alla famiglia Whitaker, che la tenne fino al 1950, quando gli eredi lo vendettero al Comune di Palermo. Da allora il bene fu abbandonato e lasciato all’incuria, fino ad oggi. Fu anche danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Negli anni 60 era un luogo di svago dove andavano a giocare i ragazzi della borgata. Negli anni 90 divenne un pub dove al posto dei bicchieri si utilizzavano calici a forma di teschio. Nel 2016 nell’ambito di “Panormus – La Scuola adotta la Città”, è stato messo online un sito internet del cimitero.
Il sito presenta il materiale raccolto dagli insegnanti dell’’I.C. “Arenella” Scuola secondaria I grado “G. Sileno” e dai loro allievi che hanno studiato e catalogato le sepolture. Un luogo sicuramente affascinante e carico di storia. Il piccolo cimitero ospita le spoglie di aristocratici, scrittori, artisti e mercanti di origini inglese e non solo. Nel 2018 nell’ambito del programma ufficiale di Palermo capitale italiana della cultura, l’associazione “Notte di zucchero” aprì il cimitero dell’Acquasanta, chiuso e abbandonato da anni, con uno spettacolo teatrale. A cosa servono questi eventi che vi si svolgono di tanto in tanto se poi tutto l’anno il sito è inaccessibile e abbandonato all’incuria? Molti turisti stranieri vengono per visitare questo luogo e trovano il cancello chiuso. Probabilmente sono studiosi che vogliono conoscere la storia della città. Le tombe ricoperte di spazzatura, d’erba e di rami secchi. Palermo “città della cultura” non ha rispetto dei morti? Penso di no. Anche molti palermitani non sono a conoscenza di questo luogo, soprattutto i giovani. Un pezzo di storia che merita di essere tirato fuori dall’oblio e valorizzato. Il rispetto per i morti è un inno alla vita!

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