Anticipo sulla raccolta delle olive e qualità più che eccellente nelle aree produttive di pregio. Meno olive sugli alberi ma grande integrità del frutto. Cresce la produzione bio in alcune zone della Sicilia olivicola che, nel 2020, segna il sorpasso della Calabria per diventare la seconda regione più produttiva d’Italia, dopo la regione Puglia. Manfredi Barbera: “Pronti ad affrontare un anno impegnativo, grazie anche al nostro radicamento sui mercati e alla nostra politica di presidio e diversificazione dei canali”. Una produzione inferiore alle attese, con notevoli differenze fra un territorio e l’altro, ma con una qualità in generale più che eccellente, anche grazie a un andamento climatico caratterizzato da poca umidità e temperature stabilmente più alte rispetto alla media.
Le temperature più alte rispetto alla media stagionale, hanno inoltre garantito una perfetta integrità del frutto, con un processo di maturazione anticipato. Sotto il profilo morfologico le olive sono risultate leggermente più piccole, con una maggiore concentrazione degli apporti polifenolici che hanno enfatizzato le caratteristiche organolettiche delle cultivar autoctone: Nocellara Biancolilla e Cerasuola, fra tutte. La raccolta manuale delle olive è stata anticipata di circa dieci/quindici giorni rispetto al calendario previsto.
Ottimi risultati anche per la Nocellara del Belice: nelle campagne di Castelvetrano, in provincia di Trapani, le ottime previsioni sia in termini di qualità che di quantità si riflettono nelle caratteristiche dell’olio di Nocellara di Premiati Oleifici Barbera che, anche quest’anno, raggiunge picchi di assoluta eccellenza: una cultivar considerata la regina delle olive siciliane e che, insieme alle varietà autoctone Cerasuola e Biancolilla, rappresenta circa l’80% dell’intera produzione dell’azienda.
“Per l’olio italiano – spiega Manfredi Barbera - sarà un anno piuttosto impegnativo con i consumi che, a causa della crisi nel settore della ristorazione, si concentreranno maggiormente nel canale retail, all’interno dei supermercati e nei negozi al dettaglio. Una situazione difficile che comunque non ci trova impreparati, grazie ad una politica di diversificazione che abbiamo messo in campo negli anni precedenti sia nei mercati che nei prodotti, ma anche per quanto concerne i canali di distribuzione. Una strategia che ci ha consentito di registrare un +10% nelle vendite del 2019, segno positivo che riscontriamo anche mesi di ottobre e novembre 2020. Una grande sfida attende l’extravergine italiano che, essendo un prodotto di qualità, si colloca in una fascia di prezzo premium destinata a subire ulteriori rincari, con contraccolpi nei consumi a causa della diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie”.
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