Magistratura onoraria di Palermo in prima linea nelle rivendicazioni. Intervista alla dottoressa Gagliardotto

I Giudici onorari del Tribunale di Palermo
Gagliardotto e Argiolas
di Ambra Drago
Una lotta pacifica che ha preso il via da due donne siciliane e che via via ha coinvolto altre città, per vedere riconosciuti i propri diritti come lavoratori e quindi anche quelli di natura assistenziale e previdenziale di un'intera categoria. Stiamo parlando della magistratura onoraria, che in Italia negli anni 90’ è stata impiegata con le funzioni di supplente nei casi di assenza di un magistrato togato ma che via via ha invece avuto un ruolo sempre più attivo e pregnante all’interno del sistema giudiziario. E questa mattina le udienze dell’aula 11 del Tribunale penale di Palermo sono state sospese. Ebbene dopo sedici giorni di sciopero della fame in segno di protesta, il magistrato onorario, la dottoressa Vincenza Gagliardotto, 54 anni, è svenuta. Soccorsa, e in evidente stato di disidratazione e con la pressione bassa è stata trasportata a bordo dell’ambulanza all’ospedale Civico per gli accertamenti del caso prima di esser dimessa. Noi di Siciliaunonews l’abbiamo contattata telefonicamente per un’intervista.

Come si sente dott.ssa Gagliardotto dopo quanto accaduto questa mattina.

“Mi sto riprendendo. Mi sento ancora frastornata.Vorrei ringraziare gli “amici” cancellieri nonché i giudici della V Sezione e l’avvocatura. Ho ricevuto tanta attenzione e affetto, il mio telefono non ha mai smesso di squillare".

 
 
Facciamo un piccolo passo indietro e spieghiamo chi è un magistrato onorario e su cosa è chiamato a emettere una sentenza “In nome del popolo italiano”.
 
Noi ci troviamo di fronte a determinati reati per niente definibili “bagatellari” . Siamo chiamati a giudicare su reati come truffa aggravata, appropriazione indebita, spaccio, violazione finanziaria, omesso pagamento di contributi previdenziali e assistenziali, minacce, lesioni, furti aggravati, ricettazione. Questi sono solo alcuni, giusto per rendere un’idea di quello che è il nostro impegno quotidiano”.



 

Passando a delineare i motivi di questa protesta. Possiamo fare un quadro sulla situazione attuale della magistratura onoraria.

“In Italia la categoria è composta da 5000 persone. Queste sono divise in GOT (giudici onorari del tribunale); in VPO (vice procuratore onorario) e in giudici di pace. A Palermo tra VPO e GOT siamo all’incirca 90.Noi amministriamo giustizia in sede di giudizio monocratico, mi preme sottolineare come nel sistema di pubblica accusa il 90 per cento lo rappresenta il vice procuratore onorario. Forse pochi sanno che noi veniamo pagati per indennità d’udienza. Mentre per quel che attiene l’attività della preparazione dell’udienza, o tutti i provvedimenti che ne conseguono non vengono retribuiti. Eppure vi è ormai una definizione alla figura, questa ha dei compiti e degli ambiti di azione precisi. Ad esempio abbiamo un calendario d’udienza e quindi di fatto si riconosce il ruolo e le relative funzioni. Parimenti dovrebbero essere riconosciuti i diritti, cosa che al momento non avviene”.

Cosa chiede alle Istituzioni, in particolare al ministro della Giustizia

“Noi rivendichiamo i diritti giuslavoristici e soprattutto che ci venga riconosciuta la nostra figura di lavoro subordinato così come ha sancito la sentenza della Corte di Giustizia Europea nel luglio del 2020 ma anche le altre pronunce di merito come quella emessa dal tribunale di Vicenza”.

Siete riusciti ad avere un contatto con Istituzioni.

“Nonostante tutte le nostre proteste il ministro Buonafede è completamente assente.Poi anche in Commissione Giustizia si è più volte paventata la riforma della legge Orlando,si è parlato della nostra categoria, pur tuttavia stanno cercando di attuare questa modifica attraverso un disegno di legge delle senatrici Elvira Evangelista del M5S e Valeria Valente del Pd. Ritengo questo meccanismo uno schiaffo a quello che sono le rivendicazioni costituzionali ma anche quelle sancite dalla Corte Europea, perchè ancora una volta non mi usano il termine “retribuzione” bensì “indennità di pagamento” con l’obbligo del versamento dei contributi previdenziali a carico del magistrato onorario”.


Andrà avanti con lo sciopero della fame, so che in questa “battaglia” (iniziata fin dal 1 dicembre anche con l’auto sospensione delle udienze per quindici giorni ) è sostenuta dalla collega Sabrina Argiolas.

“Dopo oggi sono costretta(su consiglio dei medici) di interrompere lo sciopero della fame. E la mia collega Argiolas è stata invitata dal suo medico a fare la stessa scelta. Ciò non significa che faremo un passo indietro, anzi il nostro impegno sarà costante e continuo al fine di non abbassare la guardia sulle nostre giuste rivendicazioni”.

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