Regione, la Finanziaria che raschia il barile vuoto impingua solo la portavoce del presidente Musumeci

di Giancarlo Drago
Un emendamento amorale (anche se un tale aggettivo poco si addice a un’arida norma) ha scatenato le ire di molti deputati regionali (perlopiù restii a scandalizzarsi di qualcosa) e dei siciliani (generalmente abituati a subire in silenzio qualsiasi nefandezza scaturisca da quel Palazzo).Venerdì, prima della sospensione delle votazioni sulla Finanziaria e a un ennesimo rinvio dovuto al coronavurus, é stato infatti approvato un emendamento che eleva il compenso della portavoce del presidente Musumeci a circa centocinquantamila euro. Facile contestare che si parla di cifre che non guadagna neppure un primario impegnato a contrastare il Covid19 o un alto dirigente della Regione con responsabilità amministrative e anche penali. Un portavoce non deve compiere scelte autonome, non ha responsabilità penali, deve perlopiù tenere buoni rapporti con i colleghi e poco più.
Se come parametro retributivo si prende Rocco Casalino, c’é da rilevare che l’ ex premier Conte era un debuttante in politica e quindi il lavoro del suo portavoce era ben altro, ovvero creare un leader, imporlo, acquisire consenso e indirizzarlo.

Impegno inutile con Musumeci, vecchio praticone della politica che non si fa certo indirizzare.

Se il parametro della retribuzione sono i giornalisti, Il Presidente della Regione forse non é informato che i colleghi più fortunati, che sgobbano anche i giorni festivi e alcuni anche di notte, guadagnano neppure un terzo di quella cifra, con rischi personali a volte pesanti e responsabilità individuali alte. Ma sono solo pochi, perché i quotidiani nell’isola hanno organici ridotti all’osso falcidiati da prepensionamenti e chi lavora é spesso costretto ad accettare cassa integrazione a rotazione, contratti di solidarietà, part-time. Gli altri sopravvivono con collaborazioni pagate cifre umilianti o cercano qualche lavoro precario per sopravvivere.

Ma qui non indigna il confronto con la”casta” giornalisti, ma l’ inopportunità e l’arroganza.

Non é accettabile che a fronte di una Sicilia in ginocchio e delle troppe sofferenze individuali, si crei una norma dedicata a qualcuno. Ancor meno se questa sua concittadina ha un passato politico attivo ed é stata beneficata da un mandato europeo che le ha consentito di guadagnare tanto e addirittura, al termine, di ottenere un lauto trattamento di “reinserimento” come non ne gode un ex detenuto o un emigrato senza mezzi.

In un momento diverso, in un passato oramai non più recente, non avrebbe fatto notizia. Oggi questo é assolutamente inopportuno.

Colpisce poi l’arroganza di chi parla ai cittadini di un barile vuoto da raschiare per dare qualcosina a chi soffre e poi decide di concedere laute prebende, motu proprio.

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