La cultura in tempo di pandemia: l'esperienza del Museo Abatellis di Palermo

di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, scrittrice
"I musei e i siti della cultura hanno come compito istituzionale quello di custodire, curare e tramandare il patrimonio artistico e dei beni culturali che appartiene alla comunità e a tutta l'umanità.
Custodire, curare e tramandare costituiscono di per sè azioni e attività di valorizzazione del patrimonio. Le mostre, le esposizioni e gli itinerari museali costituiscono l'esito visibile delle attività ordinarie svolte quotidianamente da chi lavora nel settore".
Questa la forte dichiarazione di Evelina De Castro, dirigente dei tre siti museali di Palazzo Abatellis, sede della direzione, Palazzo Mirto e Oratorio dei Bianchi nella città di Palermo.
Palazzo Abatellis, un gioiello di stile che accoglie, tra gli altri, opere di respiro internazionale come Il Trionfo della Morte, l'opera più rappresentativa della stagione "internazionale" in Sicilia, culminata durante i regni di Ferdinando I e di Alfonso V d'Aragona.
Un gioiello senza tempo che oggi soffre per i danni economici e culturali conseguenti alla pandemia, in una ripresa complessa, ma sempre necessaria, progettuale.
-Dottoressa De Castro, cultura e pandemia, quale il prezzo delle chiusure a suo avviso? Quale il prezzo pagato dai più giovani?
"La cultura ha pagato un prezzo alto in tempo di pandemia poichè i luoghi della cultura vivono per essere frequentati e, maggiormente in Italia, gli spostamenti sono finalizzati a vistare città e luoghi d'arte. Possibilità e facilità di spostamento sono strettamente connessi alla vita dei musei. I musei sono i luoghi dove si svolge attività didattica per le scuole che li frequentano durante tutto l'anno scolastico. Anche nel periodo estivo grazie a progetti mirati i ragazzi frequentano i musei.

La chiusura delle scuole ha interrotto tutto questo e anche i musei hanno lavorato in DAD con esiti interessanti, ma certamente non sostitutivi".
- Perdite, economiche e umane, cosa può dirci invece delle vostre proposte di ripresa, in riferimento ad eventuali attività culturali di supporto in direzione del fine ultimo del rapporto diretto con il pubblico?
"L'interruzione del servizio al pubblico offerto dal museo determina perdite quantificabili in termini non esclusivamente materiali, che pure hanno inciso nella misura di circa il 50% - chiude De Castro - I danni immateriali, quali il venir meno delle occasioni di formazione, crescita, condivisione, che il museo offre sono stati in parte attenuati dalle attività in streaming e dalle numerose iniziative in occasione delle riaperture che hanno trasformato in valore le necessità del diradamento, recuperando la possibilità di un rapporto più ravvicinato e consapevole con le opere. Molto successo ha avuto il progetto denominato 5 minuti, basato sulla possibilità di scegliere l'opera da fruire da soli nella sala museale per un tempo di cinque minuti tutto per sè, per un' esperienza stimolante one-to- one".

Nessun commento:

Posta un commento