Agricoltura, Accardo: "È al collasso. Rivedere il Programma di sviluppo rurale della Sicilia"

“Occorre restituire nuova dignità agli agricoltori, agliallevatori e a tutta la ‘civiltà contadina’. La crisi è un’occasione per scegliere una potenziale opportunità di cambiamento”. Lo dichiara Floriana Accardo, responsabile Giovani della DC Nuova a Palermo. “Il confronto tra movimenti, associazioni e istituzioni, può dare impulso al cambiamento, affinché il ruolo dell’agricoltura non sia marginale in una società postmoderna, ma – prosegue - trovi la sua giusta collocazione in un mercato deregolato e non più autentico ed è ciò che fortemente vuole sostenere la DC Nuova”. “Circa 50.000 aziende agricole hanno chiuso definitivamente i battenti negli ultimi anni in Italia. La catastrofe sta precipitando sotto gli 
occhi distratti delle istituzioni. I contadini restano sempre più invisibili e senza voce e il comparto dell’agricoltura, in Sicilia, rischia il collasso. Proprio per fare sentire la voce degli agricoltori
- dichiara -, bisogna impegnarsi e dare sostegno al Movimento ‘Terra e vita’ che, insieme ad altre associazioni, ha chiesto al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e ai due rami del Parlamento che sia convocato al più presto un tavolo di crisi”. “Il grano oggi è a 50 centesimi, ma è una bolla speculativa, di contro sono aumentati in maniera vertiginosa i costi di produzione gasolio,
concimi, sementi e considerando l’aumento del costo della vita e la vicenda in Ucraina possiamo dire che l’emergenza permane e diventerà sempre più drastica. Bisogna intervenire sulle accise del carburante per
calmierare i prezzi considerando che è in Sicilia che viene per lo più raffinato, dobbiamo intervenire per evitare maggiori speculazioni economiche che destabilizzano e stravolgono il settore produttivo per
ciò che riguarda la concimazione, fitofarmaci e mangimi. Bisogna intervenire, inoltre, sui congelamenti dei prestiti agrari e soprattutto dobbiamo dare valore alle nostre terre e – prosegue la Accardo - commercializzare i nostri prodotti curati da agricoltori che hanno a cuore la salute di tutti noi. Gli agricoltori dopo un anno di lavoro sui campi non riescono a portare i frutti del raccolto, un’azione concreta per rivedere il Programma di sviluppo rurale della Sicilia”.

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