Appello caso Shalabayeva. Pignatone: "Il passaporto era falso. Mai avuto pressioni da Cortese"

di Ambra Drago
 A Perugia é stato il giorno di Giuseppe Pignatone, presidente del Tribunale della Città del Vaticano.
Viene sentito come teste dalla Corte d'appello di Perugia dove lo scorso 17 gennaio ha preso il via il processo di secondo grado sul presunto rapimento di Alma Shalabayeva.
La donna è la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, rimpatriata insieme alla figlia Alua di sei anni nel maggio del 2013 in Kazakistan.
Secondo quanto emesso nella sentenza del tribunale di primo grado presieduto da Giuseppe Narducci, Pignatone all'epoca dei fatti alla guida della Procura di Roma, insieme ai sostituti Eugenio Albamonte e Nello Rossi, furono "tratti in inganno" dalla polizia per firmare l'espulsione della donna insieme alla piccola. Nella sentenza del processo di primo grado, Renato Cortese, all'epoca dei fatti capo della Squadra Mobile di Roma e Maurizio Improta capo dell'Ufficio Immigrazione sono stati condannati a cinque anni di reclusione per sequestro di persona e interdizione dai pubblici uffici .

Il giudice Paolo Micheli che presiede il collegio di secondo grado, nell’istruttoria dibattimentale ha ammesso la testimonianza dell'ex Procuratore della Repubblica di Roma e dei due pm.
In aula presenti sei dei sette imputati e anche la Shalabayeva, parte civile nel procedimento.
L'ex procuratore di Roma salito sul banco degli imputati in qualità testimone ha ribadito che: ”Non ho mai subito alcuna pressione da Renato Cortese. Lo conosco da troppo tempo, non si sarebbe mai permesso". “Nessuna pressione - ha ribadito Pignatone - neppure da Improta, che peraltro neppure conoscevo”. Rispondendo alla domanda sulla perquisizione avvenuta nella villa di Casal Palocco, dove si sarebbe dovuto trovare il latitante Ablyazov, il magistrato dichiara che: ”Procuratore di Roma da poco più di un anno, Cortese mi diede la prima notizia informale al telefono dicendomi che la Squadra Mobile doveva effettuare una perquisizione su richiesta dell'Interpol riguardante la ricerca di un latitante del Kazakistan. Quelli erano giorni in cui con Cortese ci vedevamo spesso perchè insieme portavamo avanti la mastodontica indagine sul clan Fasciani e la mafia a Ostia. Il senso di quella telefonata era "procuratore, per un paio di giorni non fare affidamento su me e sui miei uomini".

Poi Pignatone ricostruisce la vicenda legata all'espulsione. " Mi telefonò l'aggiunto Nello Rossi e mi disse di un problema con la donna che stava per essere espulsa perché non aveva i documenti in regola. Poi Rossi mi disse che doveva partire e che conosceva tutto il pm Albamonte, che venne a riferirmi che la donna aveva un passaporto che la polizia riteneva falso mentre gli avvocati Olivo che avevano parlato con lui ritenevano fosse autentico. Mi feci portare il passaporto palesemente falso”.

Poi continua: "Aveva già dato l'ok al nulla osta ma lo sospendemmo visti i documenti, perchè volevo capire come stavano le cose. Albamonte si allontanò dalla mia stanza e tornò con altri documenti, uno della Polaria e uno della Farnesina da cui emergeva che la donna non aveva alcun status diplomatico in Italia. Dopo l'esame della documentazione - ha detto Pignatone - ci siamo convinti che il documento era falso e dopo nove anni mi chiedo ancora come sia possibile affermare il contrario con un passaporto che riporta un nome diverso e che fosse nostro dovere concedere il nulla osta. A quel punto Albamonte ha dettato alla mia segretaria il nulla osta e io l'ho vistato e per noi la storia finisce li. Resto convinto della falsità del documento. E non ho mai capito perchè quel giorno gli avvocati non abbiano chiesto l'asilo politico". Nell'istruttoria dibattimentale è stato sentito come testimone anche il pm Albamonte che ha dichiarato: "L'avvocato della Shalabayeva non mi parlò mai di un problema di incolumità”.

Nella prossima udienza in programma per il 14 aprile la parola passerà alla Procura generale per la requisitoria, quindi alle parti civili e poi alle difese.
La sentenza è attesa entro maggio.

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