Demanio marittimo, Cordaro: «Puntiamo a riqualificare l'area dell'ex lido Eden a Gela»

Un passo avanti verso la riqualificazione dell'area dell'ex lido Eden, un tempo fiore all'occhiello del lungomare di Gela, da troppi anni in stato di degrado. Il governo Musumeci prosegue nell'attività di valorizzazione dei beni immobili abbandonati e situati sul demanio marittimo, attraverso la concessione delle strutture a titolo oneroso, con procedura di evidenza pubblica. È stata appena consegnata dal dipartimento regionale dell'Ambiente al Comune di Gela un'area di oltre duemila metri quadrati di demanio marittimo, con tutti i fabbricati dell'ex lido Eden inclusi, per consentire la messa in sicurezza e la riqualificazione, a spese dell'amministrazione comunale, che dovrà occuparsi anche d eventuali demolizioni e conferimento in discarica.
«Abbiamo compiuto un ulteriore passaggio di un percorso virtuoso da noi avviato - afferma l'assessore regionale al Territorio e all'Ambiente, Toto Cordaro - per valorizzare aree e immobili in stato di abbandono e recuperare al decoro e alla pubblica fruizione le nostre coste. Il nostro obiettivo è quello di ridurre l'inquinamento ambientale e rendere sicure e accessibili ai cittadini le aree del demanio marittimo». 
L'ex lido Eden è un vecchio stabilimento balneare, che ricade nella zona centrale del lungomare Federico II di Svevia, per il quale il Comune di Gela ha presentato un progetto esecutivo per lavori di riqualificazione nel tratto compreso tra il pontile sbarcatoio e l'impianto di sollevamento la Conchiglia. La struttura, ormai cadente, di una superficie di circa 600 metri quadrati con vari locali accessori ormai desueti di 900 metri quadrati circa, insiste su un'area particolarmente interessante per un rilancio turistico-ricreativo. L'immobile, un tempo a diretto contatto con il mare, oggi, a causa dell’avanzamento dell’arenile, si trova a circa 120 metri dalla battigia. Con decreto dell’assessore al Territorio e all'Ambiente, l'ex lido Eden è stato incluso tra i beni immobili in condizioni di precarietà accertata che possono essere concessi a titolo oneroso.

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