Confisca da 150 milioni per Lucchese. Da ditta familiare a impero economico del settore alimentare

 

Confisca da 150  milioni per l'imprenditori del settore della distribuzione alimentare, Lucchese che in passato  gestiva ben 13 supermercati tra Palermo e provincia (Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese).Già nel 2021 era avvenuto ad opera delle Fiamme gialle il sequestro non solo dei supermercati, rientranti nel compendio aziendale della GAMAC GROUP srl, ma anche di quote societarie. Nel frattempo gli esercizi commerciali erano stati venduti a terzi dall'amministratore giudiziario nell’ambito delle linee guida approvate dal Tribunale e pertanto oggetto della confisca è il ricavato della vendita nell’ambito delle linee guida approvate dal Tribunale e pertanto oggetto della confisca è il ricavato della vendita. Dalle indagini e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia sarebbe emerso come l’imprenditore, seppure non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, sia da ritenersi “colluso” al sodalizio mafioso. Secondo gli investigatori Lucchese avrebbe operato almeno dal 2004 sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra, in particolare della famiglia di Bagheria, traendone vantaggio per:

- evitare il pagamento del pizzo nella zona di Bagheria e, grazie alla mediazione della "famiglia" mafiosa contrattare la “messa a posto” con altre articolazioni palermitane del sodalizio mafioso.

"In coincidenza temporale con i più significativi interventi di Cosa Nostra in proprio favore, sottolineano dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, l’imprenditore ha registrato una crescita esponenziale del fatturato dell’azienda, trasformata da piccola impresa familiare in un impero economico, arrivando a fatturare oltre 90 milioni di euro nel 2020".

"L’indagine, sottolineano dal comando provinciale della Guardia di Finanza,  testimonia inoltre le nuove e sempre più sofisticate modalità con cui gli imprenditori in affari con la mafia tentano di “proteggere” il proprio patrimonio. Nel corso degli accertamenti è infatti emerso che l’impero imprenditoriale era stato devoluto a un trust". Grazie a questo strumento giuridico, le possidenze societarie e immobiliari dell’imprenditore sono state formalmente trasferite a un professionista (c.d. trustee), incaricato di gestirle come se ne fosse proprietario, assumendo cioè le principali decisioni relative alla vita dell’azienda e degli altri beni.

Tuttavia, dall’approfondimento della documentazione acquisita, dalle evidenze raccolte dai finanzieri nell’ambito di diversi procedimenti penali è emerso che il trust in questione era un mero espediente fittizio per schermare la titolarità delle proprietà.

In altri termini, il proposto aveva trasferito solo sulla carta tutti i poteri gestori sui beni al trustee, ma nella realtà non ne aveva mai perso il controllo e la disponibilità.

Solo negli ultimi 18 mesi all’esito di indagini penali o di prevenzione condotte dalle Fiamme Gialle palermitane sono stati confiscati beni per oltre 400 milioni di euro nei confronti di imprenditori “collusi” con Cosa Nostra.

Oltre al provvedimento ora eseguito nei confronti di Carmelo Lucchese, si ricordano, tra le altre, la confisca:

- definitiva di prevenzione per un valore stimato di oltre 100 milioni di euro (aprile 2022) del patrimonio di un imprenditore leader in provincia di Palermo nel settore della grande distribuzione e dei prodotti per la casa e l’igiene;

- di primo grado in sede penale disposta dal Tribunale di Palermo per circa 46 milioni di euro (febbraio 2022) neiconfronti degli indagati dell’operazione “ALL IN”, che ha fatto emergere le modalità di infiltrazione mafiosa nel settore della gestione dei giochi e delle scommesse;

- definitiva di prevenzione per 3,5 milioni di euro (maggio 2021) nei confronti di due imprenditori del settore del commercio, coinvolti in indagini per usura;

- definitiva di prevenzione per oltre 100 milioni di euro (dicembre 2020) nei confronti di uno storico imprenditore del settore immobiliare.



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