Rita Barbera: «Palermo deve diventare una città comoda e facile da vivere»

«È necessario cambiare radicalmente l’impostazione della città» ha dichiarato Rita Barbera questa mattina durante l’incontro con gli studenti del “Gonzaga Campus” di Palermo.
«Questa non è una città per i giovani, per le donne, per gli anziani e per i più fragili – continua Rita Barbera – non c’è una visione né urbanistica né relativa ai servizi. Questa impostazione della città va necessariamente cambiata, senza false promesse e con una visione inclusiva, armoniosa e senza conflitti. I giovani oggi non credono più nella politica e pensano che i politici siano tutti uguali, disonesti e che pensino solo alla loro poltrona ma non è così, perlomeno non tutti. È fondamentale che non trascuriate che la vostra scelta deve indirizzarsi verso persone oneste, con un passato chiaro e scevro da compromessi perché, come si legge alle mie spalle “Il politico diventa uomo di Stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni”, come diceva Winston Churchill».Si è parlato, invece, di soluzioni possibili per uscire dalla grande depressione in cui versa Palermo a causa dell’operato dell’attuale amministrazione presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo e presso l’aula magna dell’Università Lumsa. «Manca il rapporto – ha dichiarato Rita Barbera – tra le cittadine, i cittadini e l’amministrazione comunale. Non è sufficiente parlare di partecipazione senza che alle spalle di questa parola ci siano possibilità di confronto, di costruzione comune. L’VIII° Circoscrizione conta oggi oltre 130.000 abitanti e, se si pensa che la città di Trapani ne ha poco meno di 70.000, appare evidente che la vecchia struttura amministrativa decentrata non può funzionare. A questo si associa che si è avuta la pretesa di raggruppare quartieri e unità di primo livello diversi tra loro dal punto di vista urbanistico e soprattutto sociale. È necessario – ha proseguito Rita Barbera - iniziare un percorso che, com’è successo in altre città europee, trasformi questi enormi agglomerati urbani in piccole città “dei 15 minuti”, il tempo che deve essere necessario a muoversi per raggiungere i servizi di prima necessità: scuole, poliambulatori, consultori, spazi di ricreazione, biblioteche, spazi polivalenti per i giovani e strutture sportive per permettere a Palermo di diventare una città a misura delle cittadine e dei cittadini e non viceversa».

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