SIFUS CONFALI contro il Lavoro Solitario nei consorzi di Bonifica di Sicilia e Puglia

Ernesto Abate, Segretario Regionale Sicilia e Generale Aggiunto del SIFUS CONFALI, nonché segretario nazionale del settore ‘Consorzi di Bonifica’, interviene “Contro contro il lavoro solitario, frutto della carenza di organico che in Sicilia si sarebbe dovuto colmare per effetto del turnover, frutto della carenza di organico che si sarebbe dovuto colmare per effetto del turnover, in ottemperanza dell’articolo 60 della Legge regionale 9 del 15 aprile 2021”, sostenendo che ha “chiesto per ben tre volte (ma ad oggi senza esito) di poter incontrare le istituzioni competenti, quali l’Assessore all’Agricoltura Toni Scilla, ma anche agli organi di vigilanza e controllo dei Consorzi di bonifica, ai direttori generali Giuseppe Barbagallo e Giovanni Tomasino, al dirigente del servizio di vigilanza, Fabrizio Viola, al dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Dario Caltabellotta. A loro ho chiesto di incontrami per farmi portavoce delle istanze che riguardano questa situazione incresciosa, quasi inverosimile, che peraltro ho segnalato anche a tutte le prefetture siciliane, comprese quella di Foggia, dove ci sono altri casi a noi noti.
Precisamente -aggiunge Abate-, la nostra missiva a mia firma (che ha come oggetto ‘Rischi ed adeguamento dispositivi per i lavoratori in solitario’) è stata inviata al Consorzio di Bonifica La Capitanata di Foggia (perché ci sono casi anche lì), all’Esa, ai Consorzi di Bonifica della Sicilia Orientale ed Occidentale, ai Consorzi di Bonifica mandatari senza rappresentanza siciliani, ai Commissari Straordinari dei Consorzi di Bonifica della Sicilia Orientale ed Occidentale, all’Assessore all’Agricoltura Toni Scilla, al Dirigente del Dipartimento 4 dottor Fabrizio Viola, al Dirigente del Dipartimento Agricoltura e ai Prefetti di tutte le province siciliane. In questo nostro documento –spiega il Segretario Regionale Sicilia e Generale Aggiunto del SIFUS CONFALI, nonché segretario nazionale del settore ‘Consorzi di Bonifica’- si legge che la nostra organizzazione sindacale sente il bisogno di ricordare come sia diventata ormai consuetudine, la programmazione delle attività lavorative diurne e in turnazione in “solitario”, molto spesso senza tenere conto di fattori esterni che potrebbero intervenire e compromettere lo stato di salute del lavoratore. Il fatto che in caso di imprevisti, di malori o di emergenze il lavoratore solitario possa contare soltanto su se stesso, lo mette in condizione di inferiorità rispetto a quei lavoratori che possono invece contare, in caso di emergenza o infortunio, sulla presenza di colleghi e su un soccorso tempestivo e professionalmente qualificato (addetti all’emergenza e al primo soccorso aziendali). Definendo, per semplicità, soltanto nel contesto presente la “solitudine” come pericolo (o, se preferite, fattore di rischio) nella valutazione del rischio (o dei rischi) associati è opportuno procedere come segue: la valutazione del rischio “solitudine” deve essere eseguita dopo aver valutato tutti gli altri rischi lavorativi i propri della mansione (o del lavoro) in esame; valutare i rischi ambientali propri dei luoghi e del contesto nei quali il lavoratore solitario deve operare; tenere presente che lo stato di solitudine (in particolare in assenza di luce) può aggravare la percezione del rischio; verificare che le strutture e le attrezzature di detti luoghi siano a norma (eventuali manuali di uso e manutenzione devono essere disponibili in loco o fare parte del corredo del lavoratore solitario); verificare che in loco esista almeno un pacchetto di medicazione (o che faccia parte della dotazione personale del lavoratore); acquisire il parere del medico competente sull’idoneità del lavoratore al lavoro in solitudine (giudizio fondato sulla salute e sulla emotività); il lavoratore deve essere affidabile sotto il profilo della sicurezza (cioè formato e conscio sul fatto che le procedure operative debbano essere sempre rispettate, anche in assenza di un controllo diretto). In particolare che abbia ed usi i DPI necessari; fornire al lavoratore informazione e formazione specifica (documentata!). A valle della valutazione del rischio dovranno essere individuati i mezzi idonei ad assicurare il controllo a distanza dello stato del lavoratore e l’immediata segnalazione in caso di incidente o infortunio per un intervento il più rapido possibile. Allo scopo –sottolinea il Segretario Regionale Sicilia e Generale Aggiunto del SIFUS CONFALI, nonché segretario nazionale del settore ‘Consorzi di Bonifica’, Ernesto Abate- è consigliabile stabilire una procedura che preveda: cellulare in dotazione, programmato sul numero di emergenza aziendale (per richiesta di soccorso a voce); GPS (per lavoratori operanti su vaste aree esterne, specialmente se poco praticabili); chiamata telefonica o invio di segnale convenzionale a intervalli stabiliti dal lavoratore alla sede (una telefonata dalla sede potrebbe costringere il lavoratore a rispondere mentre è in posizione critica); dispositivi di uomo presente o analoghi dispositivi di allarme automatico, in dotazione personale al lavoratore, qualora questi non fosse in grado di provvedere personalmente; richiesta di intervento del 118 competente per territorio, che probabilmente è anche in grado di raggiungere il luogo prima dell’ambulanza aziendale, supposto che questa esista; una formazione “personale” alla gestione di un’emergenza. Per quanto sopra esposto -conclude Abate- si consiglia vivamente di sospendere ogni attività che non tenga conto di quanto sopra esposto, evidenziando che qualsiasi conseguenza verrà sottoposta al giudizio delle autorità competenti”. Ernesto Abate, Segretario Regionale Sicilia e Generale Aggiunto del SIFUS CONFALI, nonché segretario nazionale del settore ‘Consorzi di Bonifica’.

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