Terrorizzavano il centro storico e i luoghi della movida: 11 provvedimenti cautelari anche per minori. Incastrati dai profili social

Il loro nome di battaglia era Arabzone 90133. Zona araba con il Cap del centro storico di Palermo e i luoghi della movida, dove una banda di magrebini e italiani aggrediva con violenza e rapinava le vittime prese di mira."Il branco alimentava il proprio potere e predominio con i profili social su Tik Tok, Youtube e Instagram con quasi mille e cinquecento follower", affermano gli investigatori. E "Il predetto profilo social -sottolineano dalla Questura - è seguito da 1.385 follower, perlopiù minorenni, nel quale gli stessi pubblicano foto e video che li ritraggono, in alcuni casi parzialmente travisati, nei luoghi del centro storico, teatro degli eventi delittuosi, con didascalie che, in alcune occasioni, rimarcano il controllo del territorio ottenuto infondendo paura", sottolineano gli investigatori. Nella zona attorno a via Maqueda, nel centro storico è stato anche picchiato e rapinato un poliziotto libero da servizio che era intervenuto per proteggere alcune coppie e un disabile in carrozzina aggrediti. In quell'occasione il poliziotto sparò alcuni colpi di pistola in aria. Sono 11 le persone, sei maggiorenni e cinque minorenni, raggiunte da un provvedimento cautelare del gip di Palermo ed eseguite dalla squadra mobile che ha condotto le indagini. Cinque sono finiti in carcere, uno ai domiciliari e i minorenni, due al Malaspina e tre in comunità. La banda sarebbe responsabile di aggressioni, alcune violente, con bottiglie di vetro rotte e bastoni: le vittime erano i giovani che trascorrevano le notti nei pub della zona. I pestaggi e le rapine sarebbero avvenute da gennaio al 15 giugno. Per il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia: “Il gruppo, o meglio il branco di giovanissimi, alcuni maggiorenni altri minorenni, esaltava azioni criminali come rapine, furti, aggressioni senza motivo, tutte commesse in centro intorno a via Maqueda, e tutte nei confronti di altri giovani, anche disabili, dall'inizio dell'anno fino a qualche settimana fa, quando il cerchio degli investigatori della polizia di Stato ha iniziato a stringersi attorno a loro”







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