Trentuno anni fa veniva ucciso Libero Grassi, l'imprenditore che si oppose al pizzo. Sindaco:"Ricordo non sbiadirà mai"

Trentuno anni fa veniva ucciso Libero Grassi, imprenditore del settore tessile, in via Vittorio Alfieri a Palermo. L'imprenditore di origini catanesi e trasferitosi a Palermo all'età di 8 anni con la famiglia, si oppose sin da subito alle richieste di pizzo. Indimenticabile la lettera che venne pubblicata il 10 gennaio del 1991 sul quotidiano Giornale di Sicilia, dallo stesso Grassi scritta."“Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia”. Da quella terribile mattina ogni anno istituzioni e cittadini si ritrovano alle ore 7 nella via dell'agguato. I figli di Grassi, Davide e Alice, insieme al nipote colorano con una bomboletta di colore rosso il punto esatto dove cadde sotto quattro colpi di pistola, l'imprenditore coraggioso. Sul muro campeggia il manifesto scritto a mano (perché la famiglia non ha mai voluto una targa) con cui si ricorda Grassi. "Il 29 agosto 1991 è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall'omertà dell'associazione degli industriali, dall'indifferenza dei partiti, dall'assenza dello Stato", c'è scritto.Alla cerimonia, tra gli altri, erano presenti il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, gli assessori regionali Toto Cordaro e Gaetano Armao in rappresentanza del Presidente Musumeci , i vertici di guardia di finanza carabinieri e della polizia, e Tano Grasso, presidente onorario del Fai, la Federazione antiracket italiana. Al momento di ricordo ha partecipato anche il sindaco di Palermo, Lagalla che ha dichiarato:" Simbolo della lotta alla criminalità, Libero Grassi è ancora oggi un eroe moderno -commenta Lagalla -. Rifiutando una richiesta di pizzo, con grande coraggio e a testa alta, seppe dire no alla mafia, non piegandosi alle intimidazioni della criminalità organizzata. La certezza è che il suo ricordo non sbiadirà mai, grazie anche all’impegno costante che negli ultimi anni ha animato i tanti giovani che fanno parte di quelle associazioni anti-racket, sempre presenti al fianco degli imprenditori onesti, nate proprio ispirandosi all’esempio di Libero Grassi e alle quali non deve mai mancare il sostegno delle istituzioni pubbliche. Partendo dalla storia e quindi dalla memoria, abbiamo bisogno di valorizzare le migliori testimonianze della nostra terra, per una società che non sempre ha il coraggio di questi nostri eroi del passato”.

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