Ucciso con un colpo di pistola a 11 anni. I genitori di Claudio Domino: "Abbiamo fiducia nelle Istituzioni. Vogliamo solo dopo 37 anni la verità, non ci fermeremo"

di Ambra Drago
"Ieri abbiamo fatto una manifestazione insieme ai bambini perchè Claudio, mio figlio era un bambino quando è stato ucciso esordisce Ninni Domino. Oggi siamo qui davanti la lapide che lo ricorda e ringrazio tutte le Istituzioni e le persone presenti. Noi genitori diciamo ai giovani che la memoria si porta avanti per cambiare nella vita e dare delle possibilità a loro di scegliere da che parte stare. Per carità le mele marcie ci sono ovunque, ma le Istituzioni non sono tutte marce. Le persone oneste ci sono e i giovani devono cercare di cambiare le cose che non vanno. Bisogna avere fiducia sino alla fine nei confronti della magistratura, delle Istituzioni anche della classe politica. Noi fino a quando chiuderemo gli occhi avremo fiducia che la verità verrà a galla. Ogni cittadino però deve avere rispetto per lo Stato al di la anche delle proprie esigenze. Forse la mia famiglia si sta sacrificando molto però i ragazzi devono sapere che la giustizia non si ottiene se non avendo fiducia nelle Istituzioni".
E come accade da 37 anni sul luogo dell'uccisione del piccolo Claudio nel quartiere di San Lorenzo anche la mamma, Graziella Accetta. "La famiglia Domino per tanti anni è stata lasciata sola. Oggi lo posso dire qui che siamo tutti adulti. Da ieri abbiamo deciso che Claudio non dev'essere solo una lapide, io e mio marito abbiamo dato mandato a Angelo Sicilia di raccontare la storia di nostro figlio attraverso i "Pupi antimafia". Angelo era amico di Claudio, giocava in questo quartiere con lui. Siamo certi che non ne farà uno scopo di lucro, lo conosciamo. Io non mi fermerò, andrò avanti alla ricerca della verità. Non mi importa se verranno fuori soggetti deviati dello Stato, persone corrotte, qualsiasi cosa accadrà davanti a nostro figlio non ci fermeremo. Dopo 37 anni non abbiamo bisogno di una strada ma di una verità per nostro figlio. Basta dare risonanza in tv ai mafiosi. Cosa poi possiamo dire ai giovani nel momento in cui giriamo le scuole? Bisogna parlare delle vittime di mafia e di tutti coloro che hanno perso i propri cari. Bisogna capire da che parte stare.
Noi cerchiamo e vogliamo solo la verità". Alla deposizione di una corona era presente anche l'assessore comunale Dario Falzone e il Presidente della commissione regionale antimafia, Antonello Cracolici. Quest'ultimo ha ricordato come subito dopo l'omicidio di Claudio raggiunse il luogo e oggi provando dolore e emozione ha ribadito:" Il delitto di Claudio ha comunque avviato il cambio della nostra città. Si dimostrò allora e si sostiene adesso come la mafia quando colpisce non guarda in faccia nessuno. E allora inizialmente molti dicevano ma i mafiosi si sparano tra di loro e invece no 37 anni fa è stato ucciso un bambino. La mafia ha colpito indistintamente tutti. All' epoca si svolgeva in aula bunker dell'Ucciardone il Maxiprocesso. E Giovanni Bontade in quell'aula si alzò per dire "noi non c'entriamo nulla" perchè anche la mafia a volte si vergogna di quello che succede. Ma quello è stato un delitto di mafia. La mia presenza qui e la tenacia dei genitori comporta il nostro dovere di non doverci girare la faccia e che si accerti non solo la verità giudiziaria ma anche storica". Presente anche il sostituto procuratore della Corte di Cassazione, il dott. Balsamo che ha voluto portare la sua vicinanza alla famiglia Domino. Così come lo ha fatto Tina Montinaro, moglie di Antonio il caposcorta del giudice Falcone ucciso il 23 maggio del 1992' e Presidente dell'Associazione Quarto Savona 15. Al fianco della famiglia Domino questa mattina anche esponenti delle Forze dell'Ordine, la dott.ssa Como della Polizia di Stato che dirige il commissariato di San Lorenzo e il maggiore Simone Calabrò dell'Arma dei Carabinieri. Un appaluso di tanti cittadini, esponenti del mondo dell'associazionismo ha chiuso questa giornata fatta di ricordo, memoria e richiesta di verità.

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