41ma marcia antimafia Bagheria Casteldaccia. Protagonisti gli studenti desiderosi di capire la storia della mafia

41ma edizione della “Marcia Antimafia Bagheria Casteldaccia”. A promuoverla il Centro Studi “Pio La Torre” Un convegno sulla legalità, grazie al quale gli alunni delle direzioni didattiche di Casteldaccia, si sono confrontati su cosa è ancora oggi la mafia e come si può lavorare insieme per sconfiggerla Attesa, sentita, partecipata. La 41ma edizione della “Marcia Antimafia Bagheria Casteldaccia” quest’anno si è celebrata con toni più sommessi ma solo dal punto di vista del percorso, ridotto a causa della momentanea inagibilità della provinciale SP88 Bagheria Casteldaccia. In tanti, principalmente studenti, giovani, ma anche movimenti e rappresentanti istituzionali come il primo cittadino di Casteldaccia, si sono dati convegno a Piazza Matrice per poi raggiungere tutti insieme, alunni delle D.D. Casteldaccia e I.D. Casteldaccia in prima linea, l’auditorium Pio La Torre dove la mattinata ha preso il volo grazie a un convegno sulla legalità, moderato dal prof. G. Farina, che ha avuto come protagonisti proprio i più giovani, desiderosi di capire per potere pensare a come rispondere all’efferatezza della criminalità mafiosa.
«Come sempre abbiamo vissuto un’esperienza totalizzante – afferma Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Studi “Pio la Torre -. Ovviamente sono ancora piccoli e il confronto ha dovuto valutare anche questo aspetto, ma devo dire che la maggior parte di loro ci ha chiesto di capire che cosa è stata e cos’è ancora oggi la mafia. Decisi a combatterla perché desiderano che la loro vita sia libera da qualsivoglia tipo di prevaricazione e violenza». Già con il “Progetto educativo antimafia”, quest’anno alla sua 18ma edizione, lo stesso Centro “Pio la Torre" tocca con mani quanta risolutezza ci sia tra i più giovani, speranza per un futuro nel quale le mafie non possano e non debbano trovare posto. A turno le domande e le risposte anche da parte dei dirigenti scolastici, A. Maione e G. Taibi, da padre Cosimo Scordato e dai rappresentanti delle Forze dell’Ordine del territorio che, in una sinergia di pensieri e azioni, hanno dimostrato cosa vuol dire costruire tutti insieme una comunità nella quale i principi di legalità e giustizia siano sempre presenti e condivisi.

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