Peculato e corruzione, 9 misure cautelari a Messina, tra gli indagati l'assessore Volo. Inchiesta su centro clinico privato.

Maxi inchiesta della procura di Messina sul centro clinico privato Nemo Sud e sul Policlinico,i carabinieri hanno notificato misure cautelari a nove indagati con l'ipotesi di reato di peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio.Si tratta di il commissario dell’Asp di Catania Giuseppe Laganga, ex direttore amministrativo del Policlinico di Messina.
Indagato anche Alberto Fontana, ex presidente della fondazione Aurora onlus che gestisce la clinica Nemo Sud e Mario Melazzini, anche lui alla guida della Fondazione collegata al centro Nemo Sud, Giuseppe Pecoraro, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, direttore generale del Poliprivato.E ancora Giuseppe Vita, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico.In particolare Giuseppe Vita, Mario Giovanni Melazzini, Alberto Fontana, Giuseppe Laganga Senzio sono destinatari della misura cautelare del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario.
Per tutti e nove gli indagati ciascuno pro quota, è stato disposto il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l'importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. L'indagine venne avviata, nel 2019, dai carabinieri del nucleo investigativo, dopo la denuncia di un medico, all'epoca in servizio nell'azienda universitaria Policlinico di Messina, che aveva segnalato svariate irregolarità nella gestione del centro clinico privato "NeMo Sud", costituito nel 2O12, per lo svolgimento di attività di riabilitazione neurologica nell'ospedale. Dopo le indagini con intercettazioni l'inchiesta si è arricchita della testimonianza di un dirigente del Policlinico Universitario, che ha parlato delle convenzioni stipulate tra l'ente pubblico e la fondazione privata costitutiva del centro clinico.
Gli indagati - sostengono gli inquirenti - con tali condotte, avrebbero, quindi, distratto fondi pubblici, destinando al centro clinico "NeMO Sud" somme di denaro appartenenti alla struttura pubblica. Peraltro, è emerso che il centro clinico privato ha qualificato le prestazioni erogate con un codice, che prevedeva un rimborso, da parte della Regione Sicilia.

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