Anniversario assassinio del Beato Puglisi. Omelia dell'arcivescovo ."Ci aiuti a assumere l'impegno di una rinnovata evangelizzazione e di attuare l'iniziazione cristiana dei ragazzi"


Nel giorno del XXXI Anniversario dell'assassinio del Beato Giuseppe Puglisi, l'arcivescovo Lorefice ha celebrato una messa in Cattedrale. Ecco alcuni passi della sua omelia.  "Pino Puglisi lungo l’arco del suo ministero presbiterale come parroco e formatore di coscienze, soprattutto nell’ambito giovanile, ha oggettivamente posto chiari segni e parole di liberazione dall’oppressione mafiosa ma perché ha camminato come discepolo fedele dietro a Gesù, lo ha amato con tutto sé stesso, si è nutrito del suo Vangelo e lo ha annunziato da testimone autentico, da martire, fino al martirio di sangue. “Non sono un eroe – si legge ancora in quello scritto ritrovato –, non sono un prete antimafia. Sono solo un uomo, un battezzato che ha ricevuto la grazia di un ministero specifico: il sacerdozio”)".

"Oggi, alla luce di questa pagina evangelica, il Beato Martire Pino Puglisi ci chiede di rispondere alla domanda chi è Gesù per noi. Chi è Gesù per la Chiesa di Palermo, per le sue Comunità parrocchiali e religiose, per le Aggregazioni laicali, per i suoi confratelli presbiteri e diaconi che la servono uniti al Vescovo, chiamato – come successore degli apostoli, di quanti lo seguivano lungo la via verso Gerusalemme – a dire (annunciare) apertamente (con parresia) la Parola? Non possiamo permetterci come Pietro di mettere a tacere Gesù. Siamo chiamati a stare nell’unica collocazione dei discepoli del Signore, dietro a lui (opíso mou dice Gesù, come a Pietro, a ogni discepolo: “dietro di me”!), a vivere “del respiro di Cristo”, ad assimilare la sua logica, a seguirlo fino al compimento dell’amore, del dono della vita per lui e per il Vangelo che è fonte di liberazione e di riscatto della vita degli uomini e delle donne chiamati da Dio Padre a vivere da figli liberi e ad ereditare la vita eterna, i Cieli nuovi e la Terra nuova. Dobbiamo annunziare a tutti e a tutte che siamo figli di Dio, che siamo amati da Dio fino a tanto, che siamo fratelli e sorelle e che dobbiamo amarci come Cristo ci ha amati, fino a tanto, fino a dare la vita per gli altri. Il XXXI anniversario della sua uccisione per volontà e mano mafiosa ci sia di sprone a far nostra l’intenzionalità cristica, messianica, del presbitero di Brancaccio, del nostro fratello nel discepolato e nel presbiterato Giuseppe Puglisi, martire (testimone) di Cristo.Questo tempo e questo territorio geografico ed esistenziale dove insiste la nostra Arcidiocesi ci chiedono una rinnovata energia missionaria, la gioia dell’annuncio del Vangelo che diventi proposta di vita e fonte di trasfigurazione della città umana segnata da profonde ferite. La Casa comune, la Terra, è corrosa dallo sfruttamento sconsiderato delle sue risorse e dalla mancanza di cura ecologica ed è sconvolta da una nuova guerra mondiale – la terza guerra mondiale, come ci ricorda Papa Francesco – al limite della guerra totale. Le nostre città sono travolte da una cultura dell’indifferenza, del profitto e della morte, dalla mancanza di un’etica sociale e pubblica, dalla violenza di strada, dallo spaccio delle nuove droghe che devastano i nostri giovani; sono sommerse dai rifiuti, ferite dalla mancanza di opportunità lavorative, dallo spopolamento, dalla dispersione scolastica, dalla marginalità periferica ed esistenziale cheproduce nuovi scarti umani.

Continua l'arcivescovo: "Carissime, Carissimi è questo il luogo – l’Eucaristia, nella chiesa Cattedrale, di affidamento alla Santa e Beata Trinità del nuovo Anno pastorale nel giorno in cui facciamo memoria dell’uccisione del discepolo-prete-formatore-martire Giuseppe Puglisi – per assumerci l’impegno di una rinnovata evangelizzazione che prenda le mosse dalla vita della gente e dalle istanze dei territori parrocchiali. Ci attende la gioiosa sfida di recepire e attuare il nuovo Progetto Diocesano di Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi per introdurre “alla fede cristiana le nuove generazioni anche in questo nostro tempo e in questo territorio diocesano pieno di sfide ma anche di nuove opportunità [...] Ci è chiesto un nuovo e gioioso slancio missionario per iniziare all’incontro con Cristo nella Chiesa per il mondo che «Dio ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Siamo invitati ad essere creatori di futuro. Ad osare un nuovo inizio” (C. Lorefice, Introduzione, in PDICFR). Ci sostengano nel “realizzare una copiosa stagione pastorale” (Francesco, Messaggio per il IV Centenario del ritrovamento delle Reliquie di S. Rosalia) la custodia della Vergine Madre Addolorata, lafedele compagnia della Vergine Eremita S. Rosalia e la testimonianza Martiriale del BeatoPino Puglisi. L’Anno Santo indetto da Papa Francesco sia foriero di rinnovate energie di fede e di santità".

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