Una processione che da via Simone da Bologna, percorrendo via Vittorio Emanuele e via Matteo Bonello ha raggiunto l'abside della Cattedrale. Poi la "Chiesa di Palermo" ha iniziato il suo cammino per questo anno giubilare. Tutte le Diocesi contemporaneamente hanno iniziato questo percorso. Tutti i fedeli insieme seguendo la croce del giubileo hanno varcato la Porta. Ufficialmente l'apertura dell'anno giubiliare è avvenuto con il suono del corno d'ariete. Successivamente l'arcivescovo Lorefice ha celebrato la messa in Cattedrale. Al suo fianco monsignor Giuseppe Oliveri Vicario generale dell'arcidiocesi e Monsignor Filippo Sarullo, parroco della Cattedrale.
Ecco alcuni passi dell'omelia dell'Arcivescovo Lorefice. «Amati (agapetoi), vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente» .
"Questo versetto esordisce l'Arcivescovo di Palermo, Lorefice, racchiude il motivo per cui siamo venuti a iniziare insieme questo Anno Giubilare nella chiesa Cattedrale, il Tempio Madre della Chiesa palermitana, della Casa spirituale (oikos pneumaticos) fatta di pietre vive (lítoi zõntes) cementate dallo Spirito, fondata sulla pietra viva (líton zõnta) che è Cristo : riattivare in ciascun battezzato, nelle nostre Comunità parrocchiali e Religiose e nelle nostre Aggregazioni laicali, la consapevolezza di quale amore il Padre, Dio, ci ha dato! Si tratta di riattivare in noi l’amore del Padre per noi nel suo Figlio venuto nel mondo: «Per questo il Santo Padre, Papa Francesco, prendendo le mosse dalla lettera ai Romani ha voluto che la speranza fosse il messaggio centrale del Giubileo: «La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato».
L'arcivescovo si soferma sulla Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell'Anno 2025, «la speranza cristiana, in effetti, non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? . [Nulla] potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù.
Ecco perché questa speranza non cede nelle difficoltà: essa
si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e così permette di andare avanti nella vita.
"Un Anno Giubilare serve a questo: a riattivare in noi la fede, il dono che già Dio ci ha fatto: essere suoi figli, destinatari del suo amore. Essere figli di Dio e vivere da fratelli e sorelle in Dio. Rinsaldare la fede, avere «fiducia in Dio – ci ricorda la Prima Lettera di Giovanni – e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato». Amarci. Amare sempre. Ovunque. Amare come Cristo ha amato. Donando sé stessi e ponendo i segni dell’Anno Giubilare del Signore, fino al segno di un amore più grande: dare la vita! ".
La speranza non delude sottolineal'Arcivescovo ribadendo che il Giubileo è incentrato su di essa.
"La speranza è forza di vita, fonte di motivazione, luce per discernere in profondità gli eventi sociali che richiedono fattiva responsabilità e creativa corresponsabilità. Il Giubileo è «per tutti occasione di rianimare la speranza».
Pellegrini di speranza, siamo chiamati a disseminare quelli che il Papa chiama «segni di speranza». Sulle orme di Gesù, come Gesù. Nel solco dei nostri martiri e dei nostri Santi: di Mamiliano e Giuseppe Puglisi, di Rosalia e di Benedetto il Moro (in questa Cattedrale noi custodiamo e veneriamo i loro corpi) e di tutti i creativi testimoni della carità di ieri e di oggi, fino a Fratel Biagio Conte e a don Maurizio Francoforte che abbiamo appena riconsegnato all’abbraccio del Padre.L’Anno Giubilare dia un nuovo sguardo alla nostra Comunità diocesana perché possa porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo». Non cadiamo anche noi nella «tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza»". Poi conclude: "Siate ovunque lo Spirito e la vita spingerà i vostri passi, pellegrini gioiosi e fattivi di
speranza!".
Alla celebrazione hanno partecipato le autorità civili, tra queste l'assessore Ferrandelli e il Presidente del Consiglio Comunale Tantillo e l'assessore regionale Albano. i rappresentanti dell'Arma dei Carabinieri come il Comandante della Legione Sicilia, Spina e ancora il Questore di Palermo Calvino e gli esponenti dell'Esercito Italiano e della Guardia di Finanza. Con loro anche il Comandante della polizia Municipale Coluciello, il viceprefetto e capo di gabinetto la dott.ssa Baratta e la procuratrice del Tribunale dei minori, la dott.ssa Caramanna e l'avvocato distrettuale di Palermo, Tutino De Lisi. I fedeli hanno potuto seguire l'intera celebrazione attraverso i canali social dell'Arcidiocesi di Palermo. La diretta è stata realizzata dall'Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali- Ufficio Stampa (commento è stato affidato a Luigi Perollo e Michelangelo Nasca) e dall'Ufficio Diocesano per i servizi informatici ( regia di Vincenzo Grimaldini). Durante l'intera celebrazione è stato attivato il servizio LIS .
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