Piena convergenza delle istituzioni regionali sul nuovo Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro del Ministero del Lavoro e riconoscimento della formazione come leva strategica per diffondere una solida cultura della prevenzione: questi i punti centrali emersi stamattina a Villa Magnisi, durante l'incontro dedicato alla Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, promosso dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo). Un tema particolarmente urgente in Italia, dove il fenomeno delle "morti bianche" continua a rappresentare una grave emergenza sociale, con dati preoccupanti anche in Sicilia: circa 28.500 denunce di infortunio e 76 decessi nell'ultimo anno.
La Regione siciliana "continuerà a lavorare con impegno per ridurre gli incidenti, migliorare le condizioni di lavoro e promuovere una cultura della sicurezza condivisa. La sicurezza nei luoghi di lavoro non è solo un obbligo normativo, ma un diritto fondamentale di ogni individuo, e la tutela della salute deve essere una priorità" ha detto l'assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, Nuccia Albano. La giornata, molto partecipata, ha visto un ampio confronto tra istituzioni e professionisti della sanità, e una particolare attenzione all’impatto della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale nei contesti produttivi. Sono intervenuti, tra gli altri: il rettore dell'Università di Palermo Massimo Midiri, il presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università di Palermo Marcello Ciaccio, il direttore regionale dei Vigili del Fuoco Agatino Carrolo, il presidente del Panormedil-Cpt (l'ente unico per la formazione e sicurezza in edilizia) Gaetano Scancarello, il dirigente dell'assessorato della Salute Angelo Foresta e il consigliere delegato dell'Ance Davide Urone. Ad aprire i lavori è stato il presidente dell'Ordine dei medici di Palermo, Toti Amato, che ha sottolineato come "la sicurezza sui luoghi di lavoro non può essere demandata solo alle norme, ma deve essere vissuta come un valore condiviso, da praticare attraverso la formazione, investimenti e soprattutto senso di responsabilità, per garantire serenità e benessere a tutti". Per dare una risposta strutturata a questa emergenza, il Governo nazionale ha approvato con decreto, il 17 dicembre scorso un Piano integrato, che si sviluppa in cinque aree strategiche: iniziative di prevenzione, campagne informative, programmi specifici destinati ai giovani, azioni di vigilanza straordinaria e interscambio di dati tra enti, al fine di rafforzare l'efficacia dei controlli e rendere più tempestiva l'azione preventiva. A illustrarne i contenuti è stato il professore Alberto Firenze, responsabile scientifico dell'iniziativa, che ha definito il documento "una svolta nella gestione della sicurezza perché basata su un approccio integrato e immediatamente operativo" per ridurre infortuni e malattie professionali. Secondo Firenze: “Non si tratta più di adempiere a semplici obblighi burocratici o di interventi isolati, ma di costruire un ecosistema di sicurezza che coinvolga attivamente istituzioni, scuole, imprese e cittadini, promuovendo la cultura della prevenzione fin dall'età scolare. Le cinque direttrici previste permetteranno di coordinare meglio e rendere più efficaci le azioni". Per Maria Grazia Furnari, dg del Policlinico Giaccone di Palermo, serve però uno sforzo collettivo: "È fondamentale costruire sinergie tra istituzioni, imprese, enti e lavoratori, condividendo responsabilità, buone pratiche e strategie e fare rete per stabilire azioni operative efficaci. In questo senso, dobbiamo anche saper innovare i nostri modelli organizzativi, prevedendo strumenti concreti che consentano, ad esempio, la riallocazione del personale che si trovi in condizioni di difficoltà, indirizzandolo verso attività più compatibili con le proprie capacità, senza compromettere il percorso professionale e la dignità lavorativa". Nel corso delle cinque sessioni di lavoro, moderatori e relatori si sono alternati analizzando i diversi aspetti della sicurezza: dalla sinergia tra istituzioni al ruolo della vigilanza, dalle nuove strategie operative per proteggere i lavoratori più fragili fino agli strumenti economici a supporto delle imprese. Ampia attenzione è stata riservata al ruolo delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale. “La vera sfida è non subire i cambiamenti, ma guidarli con responsabilità”, ha rimarcato Firenze. Un utilizzo consapevole dell’Ia può potenziare la capacità di individuare i rischi e prevenire gli incidenti, sempre nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone. La Giornata si è chiusa con l’impegno a proseguire il lavoro avviato, rafforzando la rete tra istituzioni, professionisti e società civile, affinché la cultura della sicurezza diventi parte integrante dello sviluppo economico e sociale.
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