Il progetto è la prima applicazione concreta e complessa del Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni di cui si è dotato il Comune di Palermo e prevede la riattivazione dei locali dell’ex Museo della Scuola, in via Alloro 95, oggi in stato di abbandono. Lo spazio sarà un centro di quartiere aperto, accogliente e multifunzionale, dedicato all’ascolto della cittadinanza e al miglioramento della vita di quartiere attraverso pratiche di condivisione, cura e collaborazione.
Il programma di attività include sportelli di ascolto e momenti di co-progettazione del territorio, laboratori di alfabetizzazione digitale, sportelli didattici, percorsi teatrali e attività ludiche. Particolare attenzione sarà rivolta all’inclusione di persone impegnate in percorsi di giustizia riparativa, che prenderanno parte ad attività formative e alla vita del progetto, in un’ottica di restituzione e crescita condivisa.
Erano presenti alla consegna delle chiavi l’Assessore alla rigenerazione urbana, Maurizio Carta, il Presidente della Prima Circoscrizione, Giovanni Bronte, il Dirigente dell’ufficio rigenerazione urbana, Sandro Follari, e l’arch. Paola Caselli che ha seguito la redazione del patto, l’arch. Michelangelo Pavia, promotore del patto, e i rappresentanti delle associazioni coinvolte, insieme a tanti cittadini e cittadine che animeranno lo spazio e che saranno i protagonisti del progetto di inclusione, educazione, co-progettazione e rigenerazione urbana della Kalsa e della Magione. È stato un momento di gioia e di speranza di una rigenerazione che sia prima di tutto umana oltre che urbana.
Il sindaco Roberto Lagalla e l’Assessore Maurizio Carta dichiarano: “L’istituzione della prima Casa della Partecipazione dedicata all’area Kalsa è un primo tassello di una strategia di coproduzione dello spazio urbano che l’Amministrazione sta portando avanti anche come parte del processo di redazione del nuovo piano urbanistico generale. La Casa della Partecipazione promossa dalla cittadinanza attiva in collaborazione con il Comune vuole diventare un punto di incontro stabile tra cittadine, cittadini, istituzioni e portatori di interesse. Per questo è stato coinvolto sin dall’inizio il Consiglio della Prima Circoscrizione, che parteciperà attivamente ad alcune attività, insieme al coinvolgimento attivo delle altre realtà associative che gravitano sul quartiere, compreso il prezioso contributo della Comunità Educante.Da oggi la partecipazione, oltre a essere un processo indispensabile, ha anche una casa civica, aperta e collaborativa: uno spazio reale che riqualifica un luogo, riattiva reti e diventa esso stesso l’innesco della rigenerazione urbana.
Il patto di collaborazione impegna il Comune e le associazioni che gestiranno la Casa della Partecipazione a coinvolgere in questo percorso tutte le realtà interessate a collaborare, perché è un progetto collettivo che prevede un confronto costante con il Consiglio Comunale e la Giunta nella convinzione che solo una relazione continua tra abitanti e amministrazione possa generare trasformazioni reali e durature.
Ringraziamo Michelangelo Pavia e tutti i proponenti del patto per aver reso concreto un nuovo modo di co-produrre beni comuni. Ringraziamo gli uffici della rigenerazione urbana diretti dal dott. Follari che, con l’arch. Caselli e il gruppo di lavoro inter-assessoriale, ha istruito positivamente questo importante primo atto che rende la partecipazione una pratica concreta e capace di produrre nuova urbanità”.
Michelangelo Pavia, referente del gruppo di lavoro della Casa della Partecipazione, dichiara: “Siamo felici di aver ricevuto formalmente le chiavi e di poter dare avvio a questa nuova esperienza che unisce realtà associative diverse per storia e approccio, ma accomunate da valori comuni e dal desiderio di costruire uno spazio condiviso per il quartiere Kalsa. La Casa della Partecipazione nasce da una collaborazione interdisciplinare che rappresenta già di per sé un primo esperimento di dialogo e visione collettiva. Questa diversità sarà una sfida nel modello di co-gestione, ma siamo convinti che sarà anche la sua maggiore ricchezza: nei modi di stare sul territorio, nelle proposte rivolte alla cittadinanza, nella capacità di ascoltare e rispondere a bisogni complessi. La nostra speranza è che questo luogo diventi un punto di riferimento stabile, capace di garantire continuità alle energie del quartiere.
Vogliamo che la Casa della Partecipazione sia uno spazio capace di accogliere istanze nuove, anche divergenti, senza cancellare quelle già espresse.
Siamo felici di essere i primi a sperimentare il nuovo Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni, che ha bisogno di essere vissuto, testato e reso operativo, dando forza all’idea che la valorizzazione dei beni collettivi è una chiave fondamentale per costruire una città più giusta, aperta e solidale.”
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