A corredo anche le fotografie di Margherita Bianca. “La rigenerazione del Parco della Favorita è uno degli obiettivi posti da questa amministrazione comunale, quello di restituire alla città un polmone verde riqualificato e rivalorizzato con tutte le caratteristiche per diventare un punto di riferimento e di attrazione turistica dell’intero territorio regionale – dice Roberto Lagalla, sindaco di Palermo -. Ringrazio il professore Barbera, l’assessore Maurizio Cart e i suoi uffici, e tutto il team di esperti che ha lungamente lavorato a questo importante progetto e continuerà a farlo anche nei prossimi mesi”. “Lo studio di fattibilità per la Grande Favorita agisce come un vero e proprio disegno di riconnessione del parco alla città attraverso quattro dimensioni: la conservazione e uso del patrimonio ecologico, il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico, la dotazione di servizi e luoghi per attività culturali, sportive, educative, conviviali e il ridisegno di una mobilità sostenibile – interviene l’assessore alla rigenerazione urbana, Maurizio Carta, i cui uffici hanno coordinato tutte le attività -. La Favorita, quindi, nella visione della Giunta Lagalla e del gruppo di lavoro che l’ha concretizzata, sarà un vero e proprio “quartiere vegetale” della città, un luogo da vivere in tutto lo spettro delle attività, godendo della sua bellezza e dei suoi servizi, avendone cura e ricevendone benessere”.
“La Favorita è un complesso mosaico paesaggistico di trecento ettari - spiega Giuseppe Barbera - un unicum dal fascino assoluto che può diventare uno dei parchi più belli d’Europa. E un’opportunità turistica straordinaria che i privati dovranno saper cogliere. Penso alla gestione degli agrumeti e frutteti urbani, ma anche a investimenti per la promozione. E si dovrà costruire un organismo di gestione pubblico-privato, coinvolgendo associazioni, enti del terzo settore, università, che possa accedere a bandi internazionali”. Il pool di esperti per un anno ha analizzato, mappato (anche tramite drone), messo su carta le mille anime diverse del Parco nato alla fine del XVIII secolo per volontà di Ferdinando di Borbone, appassionato cacciatore e sperimentatore di tecniche agricole, che trasforma la distesa “arida e pietrosa”, la “conca di squallore” ai piedi di Monte Pellegrino in una riserva reale ispirata alle sue tenute campane, ma anche ai grandi parchi europei; nel 1996 la Regione istituirà la Riserva naturale orientata Monte Pellegrino, la Favorita fa parte della Zona B. Il “Piano di fattibilità” presentato dal pool di esperti sarà propedeutico al nuovo Piano d'uso che seguirà l'iter di approvazione al Comune e alla Regione. Nell’attesa partono già i primi interventi, per dieci milioni di euro del Piano operativo del PN Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027 , compatibili con il Piano d’uso vigente, compresi in quella parte della Riserva che è stata chiamata “Favorita monumentale”, quella con la più forte presenza di immobili di pregio storico e artistico. Ed è stato selezionato il gruppo di progettazione, tra sette proposte giunte in Comune che ha bandito la gara, importo a base d’asta poco più di un milione di euro. Tra i primi interventi del PON Metro, il restauro e la riattivazione delle quattro torri della Via dell’Acqua (la ciminiera, la torre dorica, la stele egizia con l’abbeveratoio, la fontana dell’Ercole Farnese); il recupero del “catusato” (l’acquedotto) di dodici chilometri progettato dal Marvuglia, e del grande serbatoio borbonico nascosto vicino all’ulivo monumentale. Il punto di accoglienza sarà a Case Rocca (probabilmente l’ex caseificio della Real tenuta), mentre i magazzini borbonici vicino all’ulivo secolare (dove si trovava la cantina reale) ospiteranno un hub con coworking, caffetteria, servizi, bike sharing: dove leggere un libro, riposarsi, sostare, un sito con un sistema energetico autonomo, sostenibile e carbon free. La Palazzina Cinese dovrà ricollegarsi con la Città dei ragazzi e si riconnetterà al Museo etnografico Pitrè, attraverso il passaggio sotterraneo delle “cucine reali” di casa Borbone, per costituire un hub culturale e ricreativo e ricostituire quel sistema di giardini che si susseguono da piazza Niscemi a Città dei Ragazzi. Non esiste infatti un altro luogo nel mondo in cui leggere, tutta d’un fiato, la storia dei giardini europei. In poco più di mezz’ora si incontrano un giardino rinascimentale all’italiana, il merletto di siepi di un parterre alla francese alle spalle della Casina Cinese, un giardino romantico all’inglese con tanto di ingrottati e artifici nel giardino della Città dei Ragazzi, l’agrumeto mediterraneo e la lecceta artificiale di Bosco Niscemi. Verranno quindi recuperati gli antichi agrumeti e le strutture di irrigazione, le saje, le gebbie, il “firriato” che circondava il parco; e in parte, anche la lecceta. Le ex scuderie reali, poi magazzini del sommacco, oggi Casa Natura (dove è presente un campo di germoplasma con le specie e le varietà della tradizione frutticola della Conca d’Oro) continueranno a ospitare uffici e il piccolo museo della tradizione contadina; e nello stesso tempo diverranno un hub per le strutture sportive e didattiche. I due torriglioni, già restaurati, diventeranno punti panoramici. L’area degli ex Campi Malvagno, parzialmente rimboschita grazie ai fondi del “Decreto Clima”, manterrà la sua anima sportiva e sarà accessibile sia dal vivaio comunale che da via Fondo Trapani (per evitare l’attraversamento del parco). L’ex campo nomadi, una volta bonificato, diventerà uno spazio inclusivo ispirato al progetto europeo “Play for all” con giochi accessibili, attività didattiche e sportive, utilizzando materiali riciclati e riciclabili: prevista la realizzazione di un parcheggio alberato interrato, con pavimentazione drenante, destinato a circa quattrocento auto, sostenibile e soprattutto, invisibile. Un capitolo a parte sarà dedicato all’archeologia militare, con il progetto di recupero e bonifica delle Cisterne Nervi, realizzate nel 1935 per lo stoccaggio di carburante navale e oggi testimonianza unica di architettura bellica nel cuore del parco. Si prevede che l’area, di proprietà della Marina militare, venga valorizzata attraverso un accordo istituzionale per la fruizione di almeno una cisterna e con la creazione di un itinerario che colleghi alle casematte e al poligono della Seconda Guerra Mondiale.
LA STORIA DELLA REAL FAVORITA.
Un Parco frutto di un’idea visionaria, nato per rispondere all’esigenza di accogliere la grande passione del re Ferdinando III di Borbone, la caccia, ma che rappresenta uno straordinario complesso naturalistico, paesaggistico, produttivo, monumentale, culturale, oltre che un luogo di sperimentazione delle più moderne tecniche agricole.
Nasce alla fine del XVIII secolo quando Ferdinando, fuggito nel 1798 dai moti rivoluzionari di Napoli, si rifugia a Palermo con la moglie Maria Carolina d’Austria, sorella di Maria Antonietta di Francia (appena ghigliottinata a Parigi). Questo suo primo soggiorno sarà di pochi mesi, ma ritornerà in seguito e resterà fino al 1815.
Nel primo periodo il sovrano decide di ricreare le sue tenute in terra campana e riceve (o acquista) dalle famiglie aristocratiche palermitane, diversi appezzamenti parte della Piana dei Colli. Ferdinando ama la caccia, l’allevamento e l’agricoltura, Maria Carolina adora i giardini e si è innamorata della Casina in stile cinese: la “Favorita” – sull’esempio del natìo castello asburgico di Schönbrunn, ma che nel nome richiama la Real Villa Favorita di Ercolano - nasce velocemente, Ferdinando fa spianare depressioni, cave e grotte, apre strade, viali alberati, posiziona statue classiche, boschetti, fontane, obelischi. Organizza un giardino all’inglese, uno all’italiana, uno alla francese e una pépinière (vivaio), irrigati dall’acqua del Gabriele che arriverà tramite un innovativo acquedotto di 12 chilometri.La sua versatilità (estrosa per molti, rivoluzionaria per altri) lo porta a costruire un caseificio, una cantina, a coltivare agrumi e verdure (che coglieva e irrigava personalmente). Il re volle anche un labirinto per inseguire i cortigiani, e il Marvuglia ne progettò un secondo accanto alla palazzina cinese. Oggi la Favorita è di poco meno di 300 ettari, 142 dei quali sono coperti da boschi; i giardini ornamentali hanno una superficie di circa 31 ettari, il resto (circa 25 ettari) è terreno agricolo. Le aree costruite sono marginali e includono edifici storici ed edilizia rurale da riconvertire o da demolire.
Gruppo di studio e di lavoro nominato da Roberto Lagalla, sindaco di Palermo
Composizione del Gruppo di Lavoro (provvedimento sindacale, Prot. 1660906 del 21.12.2023)Giuseppe Barbera, coordinatore
Paola Di Trapani, referente dell’amministrazione comunale
Sandro Follari, vicecapo di Gabinetto del sindaco
Valentina Falletta, funzionario amministrativo del Gabinetto del Sindaco
Francesco La Monica, dirigente dell’Ufficio Verde Urbano, Agricoltura Urbana e Rapporti Re.Se.T.
Claudio Cimò, dirigente Area di gestione Fondi extra-comunali – Comune di Palermo
Giuseppina Liuzzo, dirigente del Settore Ambiente – Comune di Palermo
Alessandro Carollo, dirigente Settore Sport – Comune di Palermo
Mario Miceli, delegato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
Francesco Picciotto, dirigente del servizio Aree naturali protette, Rete Natura e Sviluppo sostenibile – Assessorato Territorio e Ambiente della Regione siciliana
Giovanni Provinzano, direttore della Riserva Monte Pellegrino per conto dell’Ente gestore Associazione Rangers d’Italia - Sezione Sicilia ODV
Aurelio Sanguinetti, delegato Associazione Legambiente Palermo
Integrazioni (da delibere successive)
Emilio Di Gristina, funzionario Area rigenerazione/Centro Storico – Comune di Palermo
Giovan Battista Vitrano, Area Centro Storico – Comune di Palermo
Mario Manetta, funzionario Ufficio Verde Urbano – Comune di Palermo
Antonio Motisi, Università degli Studi di Palermo
Giuseppe Isca, Università degli Studi di Palermo
Pietro Todaro, geologo
Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori
Manfredi Leone, Università degli Studi di Palermo
Aloisa Moncada di Paternò , esperto di comunicazione
Santo Orlando, Università degli Studi di Palermo
Hanno collaborato
Polizia Municipale per i rilievi con il drone); Ornella Amara; Margherita Bianca; Sergio Chiaramonte; Tommaso La Mantia; Salvatore D. La Mela Veca; Sergio Sanna; Giuseppe Scuderi; Vincenzo Prestigiacomo.
Il gruppo di studio e di lavoro si è avvalso del contributo degli assessori
- Pietro Alongi - Ambiente
- Alessandro Anello – Sport e Turismo
- Maurizio Carta – Rigenerazione urbana
- Dario Falzone –Traffico
- Salvatore Orlando – Lavori pubblici
SINTESI DELLO STUDIO DI FATTIBILITÀ PER LA RIGENERAZIONE FUNZIONALE DEL PARCO DELLA FAVORITA A
Il parco è un'area di grande valore storico, paesaggistico e naturalistico, l'obiettivo da raggiungere è un parco urbano multifunzionale che offra servizi ecosistemici, culturali e ricreativi per la città. Il Parco della Favorita rappresenta un'opportunità unica per Palermo, inserito nella Riserva Naturale Orientata Monte Pellegrino, è una testimonianza vivente della storia della Conca d’Oro e della tradizione agricola palermitana. Il patrimonio comprende giardini storici, monumenti architettonici, aree naturalistiche e agrumeti tradizionali. Lo scopo principale dello studio di fattibilità è quello di integrare queste peculiarità in un progetto multifunzionale che risponda alle attuali esigenze di fruizione pubblica, conservazione ambientale e sviluppo economico.
Storia e Caratteristiche del Parco
La Favorita nasce tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo come parco di delizie, campo di produzione agricola e oasi naturale. Nel 1816, Gaspare Palermo descrive il parco con campi coltivati, prati, giardini, frutteti, boschetti, oliveti, vigneti e orti, oltre a viali alberati. Nel 1995, il parco viene inserito come zona B nella Riserva Naturale Orientata "Monte Pellegrino". Il parco ospita giardini di diversi stili (italiano, francese, inglese), pregiati monumenti architettonici, aree di valore naturalistico e sistemi agrari tradizionali; aree come il Bosco Niscemi, la Città dei Ragazzi, e diverse strutture e sistemi vegetali del periodo borbonico.
Obiettivi del Piano di Fattibilità
Lo studio mira a potenziare l'uso del parco, salvaguardando i valori storici e ambientali, tutelando l'agricoltura, creando opportunità educative e offrendo spazi per sport e cultura. Si intende integrare giardini, aree naturalistiche e monumenti con il paesaggio agrario, promuovendo benefici economici, ambientali e culturali. Il piano si propone di superare il degrado attuale, rispondendo alle necessità della città contemporanea, e valorizzando il coinvolgimento dei privati. Si prevede di attualizzare il Piano d’Uso attuale, tenendo conto dei cambiamenti avvenuti nel tempo e dello stato attuale delle aree verdi e delle strutture.
Aree Strategiche di Intervento
Giardini storici: recupero e collegamento dei giardini all'italiana, francese e inglese, con itinerari che ripercorrono la storia dei giardini europei.
Casina Cinese: valorizzazione come luogo di attrazione, riattivando la connessione con il Museo Pitrè e la Città dei Ragazzi.
Città dei Ragazzi: recupero e manutenzione delle strutture esistenti (come il canale navigabile o il trenino).
Magazzini borbonici e ulivo monumentale: creazione di servizi: aule didattiche, biblioteche e punti ristoro.
Via dell'acqua: recupero dei manufatti idraulici storici: l'acquedotto Ferdinandeo e le torri d'acqua.
Pipiniera: recupero come vivaio, con ripristino del sistema irriguo e degli edifici limitrofi.
Magazzini del Sommacco e Torriglioni: creazione di un centro museale e di servizi per attività didattiche e sportive, con accesso ai sentieri di Monte Pellegrino.
Grotta Niscemi: valorizzazione dei graffiti paleolitici, con regolamentazione degli accessi.
Area ex Colonia Comunale: creazione di un centro visite della Riserva con laboratori e percorsi didattici.
Struttura equestre: mantenimento delle attività sportive, ampliamento a funzioni didattiche e definizione di accessi con navette.
Area cisterne Nervi: recupero di almeno una cisterna e creazione di un sistema museale sulla Seconda Guerra Mondiale.
Ex parco delle Rimembranze e boschetto di Diana: recupero storico-paesaggistico e posizionamento di una copia della statua di Diana.
Vivaio comunale: recupero per la riproduzione della flora autoctona e attività didattiche.
Campi Malvagno: area per attività sportive con due ipotesi di accesso
"Parco nel Parco": creazione di uno spazio multifunzionale con aree inclusive, biolago e parcheggio alberato, con recupero di Case Rocca e dell’area ex campo ROM.
Tipologie di copertura vegetale
Aree agricole: mantenimento dell'attività agricola, in particolare degli agrumeti, con valorizzazione multifunzionale.
Alberi monumentali: tutela e valorizzazione, con censimento aggiornato.
Siepi e alberate: recupero e tutela con attenzione al valore paesaggistico.
Aree di macchia foresta mediterranea, boschetti storici e boschi vetusti: adozione di piani di gestione per garantire i valori e piani antincendio
Boschi artificiali e aree incolte: interventi selvicolturali e rinaturalizzazione.
Boschi artificiali con finalità di fruizione: interventi per la sicurezza e l'integrazione degli arredi.
Garighe e praterie: interventi specifici, incluse le aree Natura 2000.
Infrastrutture e Servizi
Recupero e realizzazione di infrastrutture fognarie, idriche, elettriche, antincendio e di videosorveglianza.
Aggiornamento del sistema di irrigazione, con controllo della fornitura dell'acqua.
Aggiornamento della consistenza del patrimonio immobiliare.
Manutenzione e regolamentazione della rete sentieristica.
Recupero e funzionalizzazione dei cancelli di ingresso.
Revisione/limitazione del traffico veicolare privato, con interventi a breve, medio e lungo termine.
Valutazione della definizione di un organismo di gestione del parco, eventualmente con la partecipazione di privati.
Collaborazioni e gruppo di Lavoro
Lo studio è stato condotto con la collaborazione di diverse istituzioni, esperti e associazioni.
Il Gruppo di Lavoro è composto da esperti del Comune di Palermo, della Soprintendenza BB.CC.AA., dell'Ente gestore della riserva, e di altre associazioni. In sintesi, il piano di fattibilità propone un approccio sistemico per la riqualificazione del Parco della Favorita, con l'obiettivo di creare un parco urbano multifunzionale che valorizzi la sua storia, natura e cultura, offrendo servizi e nuove opportunità per la comunità. Gli interventi previsti richiedono la revisione di alcune classificazioni delle aree e la definizione di strumenti adeguati alla realizzazione e la gestione del progetto.
Conclusioni
Il Parco della Favorita ha il potenziale di diventare un modello di rigenerazione urbana e riconnessione con la natura, contribuendo al miglioramento della qualità della vita dei cittadini e all’attrattività turistica di Palermo. La sua realizzazione dipende dalla volontà politica di promuovere un approccio integrato e partecipativo, che coinvolga amministrazioni locali, associazioni culturali, operatori economici e la comunità civile.Una straordinaria occasione per il futuro di Palermo.
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