Taormina: l'artista NINI espone "Malfada - Soli Deo Gloria" nell'ex Chiesa Sant'Agostino | Grande libro d'arte autobiografico, storia di due donne

Francesca NINI Carbonini porta a Taormina “Malfada – Soli Deo Gloria”: il grande libro d’arte che racconta la storia del legame tra due donne attraverso le vicissitudini della vita
L’opera sarà esposta presso l’ex Chiesa Sant’Agostino nella città siciliana per tutto il mese di giugno. Lampedusa, 27 maggio 2025 – Dopo l’esperienza milanese con l’esposizione di Kafka 9.0 presso la Basilica Santa Maria delle Grazie all’interno della Sacrestia del Bramante a Milano, l’artista Francesca NINI Carbonini abbraccia l’altra sua anima siciliana esponendo la nuova opera Malfada - Soli Deo Gloria a Taormina, dal 1° giugno al 30 giugno 2025 presso l’ex Chiesa Sant’Agostino (Sala Giovanni Di Giovanni - Piazza IX Aprile, Taormina).
Malfada, “fatta male” in dialetto milanese, unito alla locuzione latina Soli Deo Gloria (Solo a Dio la Gloria), a sottolineare l’intenzione spirituale di un’opera non per gloria personale, è un grande libro artistico, un’opera fortemente autobiografica, il racconto di due bambine che diventano donne attraverso le vicissitudini della vita: la nonna dell’artista (Mafalda, da qui la storpiatura in Malfada), una donna forte che ha vissuto le guerre, la povertà e la gioia del poco, e Nini, una donna in ricerca di sé nelle battaglie e pacificazioni interiori.
Il racconto si traduce in pennellate, che si rincorrono con dipinti, talvolta immaginifici, di eventi distruttivi che saranno poi la ricetta di una ricostruzione profonda, il risultato simbolico di due vite intrecciate, affiancate, riposte nelle 27 pagine di un libro d’arte di grande formato da sfogliare (90cm x 126cm chiuso, 90cm x 252cm aperto - tecnica mista, carta su tela, copertina in pelle).
Malfada – Soli Deo Gloria è un volo di libertà dell’artista. Nelle tele è riconoscibile la firma propria di NINI, definita “Vandalizzazione”, la quarta dimensione del suo codice artistico. Con questo termine si intende il processo di aggiungere colore, esaltare e illuminare, o celare e rendere più intensi alcuni aspetti dell’opera attraverso rapidi tratti di colore. Simbolicamente la “vandalizzazione” rappresenta il raggiungimento del proprio istinto.
In questa nuova installazione si aggiunge un’ulteriore dimensione, creata dalla libertà conferita al pennello: i colori sono affidati all’ispirazione tradotti nel libro con macchie e strisce ricche di simbolismo, il ritmo è dettato dall’intensità di una vita raccontata attraverso l’arte, che lascia in ultima istanza l’artista e l’opera stessa indifese davanti al pubblico, che viene chiamato a proteggerla e a diventarne custode.

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