Il saggio "Il lager di Flossenburg" di Leone Zingales sarà presentato il 6 giugno ad una " Marina di Libri" ai Cantieri della Zisa

Attraverso documenti, testimonianze e fotografie scattate dall’autore, il giornalista Leone Zingales descrive la storia del lager nazista di Flossenburg, una località tedesca non lontana da Norimberga.
Il saggio "Il lager di Flossenburg" (pubblicato dalla casa editrice palermitana Mohicani Edizioni) sarà presentato venerdì 6 giugno ore 18, nei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo (Via Paolo Gili 4), in occasione del Festival "Una Marina di Libri". Con l'autore dialogheranno il giornalista e scrittore Giuseppe Lo Bianco, il professore Salvatore Nicosia (grecista e presidente dell'Istituto Gramsci Siciliano), l'avvocato Armando Sorrentino (vicepresidente dell'Anpi Palermo Comandante Barbato).SINOSSI:

Nei primi anni del regine hitleriano, nei campi di concentramento nazisti furono internati in grande maggioranza gli oppositori politici, i sindacalisti, gli attivisti dichiaratamente comunisti e coloro che nelle assemblee pubbliche contestavano i programmi della politica nazista.

In un secondo tempo, i nazisti rinchiusero nei lager migliaia e migliaia di ebrei. Tra le vittime si sono contati: omosessuali, testimoni di Geova, partigiani, nomadi sinti e rom, malati di mente, disabili, “asociali”, sacerdoti di fede cattolica, pastori luterani, docenti universitari, giornalisti, scrittori, musicisti, compositori, attori, pittori.

I prigionieri transitati da Flossenburg e dai sottocampi e campi-satellite furono almeno 100mila: 84mila uomini e circa 16mila donne e bambini, provenienti da 47 Stati. Le vittime furono almeno 30mila, ma soltanto 22mila furono identificate.

Il lager di Flossenburg fu istituito nei primi di maggio del 1938 e inizialmente fu destinato a prigionieri tedeschi considerati “socialmente pericolosi”.

Nel 1940, i convogli ferroviari trasportarono a Flossenburg i primi prigionieri politici, in particolare tedeschi, polacchi e cecoslovacchi, ai quali si aggiunsero ben presto prigionieri politici provenienti da Belgio, Jugoslavia, Olanda e Francia. Inoltre, nell’estate del 1941, la Germania nazista deportò a Flossenburg numerosi prigionieri di guerra originari dell’Unione Sovietica.




BIOGRAFIA:

LEONE ZINGALES è nato a Palermo nel 1960. Giornalista professionista, Commendatore al Merito della Repubblica italiana, ha scritto oltre 40 libri. Autore di due libri di poesie (illustrati con suoi disegni), acquarellista, vanta diverse esperienze in campo radio-televisivo.

Con la casa editrice Mohicani Edizioni, Zingales ha pubblicato i seguenti saggi: “Il Lager di Dachau – Dalla barbarie nazista alla memoria”(2015); “La rinuncia del Papa e la nuova Chiesa da Benedetto XVI a Francesco” (2015); “Il lager di Buchenwald – Le atrocità dei nazisti sulla Blutstrasse” (2019), “Il lager di Mauthausen. L’orrore del regime nazista” (2022); “Il Lager di Flossenburg. La diabolica strategia di annientamento del regime nazista” (2025).

Nella sua lunga carriera giornalistica, Leone Zingales ha collaborato con le agenzie di stampa: Agi-Italia, Italpress, Ansa, con i settimanali ”Oggi”, ”Avvenimenti” e ”Visto”, con i quotidiani ”El Mundo” di Madrid e “La Sicilia” di Catania.

Da un’idea di Zingales, a Palermo, sono sorti nel 2005 il Giardino della Memoria di Ciaculli dedicato ed il Giardino della Libertà di stampa. Inoltre ha ideato la Giornata nazionale dedicata ai Giornalisti uccisi da mafie e terrorismo promossa dallUnione cronisti italiani. Nel 2019, da una sua idea, è stato istituito il premio “Sicilia cronista” promosso dal Gruppo cronisti siciliani (Unci-Assostampa Sicilia). E’ l’ideatore del Vagone della Memoria dedicato alle vittime del nazifascismo (Palermo 2019). E ha proposto per la prima volta a Palermo nel 2020, in contatto con l’ideatore Gunther Demnig, "le pietre d’inciampo" dedicate a due vittime del nazismo (Maria Di Gesù e Liborio Baldanza). Su sua proposta, dal 2020 ad oggi, il Comune di Palermo ha ricordato con apposite targhe alla memoria il fisico Emilio Segrè, il violinista Aldo Mausner e l'imprenditore Alessandro Hoffmann, tutti vittime delle leggi razziali del 1938.

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