Il Capo della Polizia, prefetto Pisani rende omaggio a Beppe Montana, il commissario che stanava i latitanti, ucciso 40 anni fa a Porticello

di Ambra Drago
Da poliziotto, oggi Capo della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani che catturò Zagaria ha voluto rendere omaggio a un'altro  "Cacciatore di latitanti" ovvero Beppe Montana ucciso dalla mafia 40 anni fa a Porticello, l a pochi metri da Palermo e gli ha reso omaggio. Beppe Montana aveva scelto di abitare a pochi passi dal mare che amava tanto, in un'area quella di Bagheria, Casteldaccia che contestualmente setacciava alla ricerca di mafiosi. la sua determinazione lo portò alla scoperta di grosso arsenale a Brancaccio, di uan raffineria,  e poi’ultima irruzione, avvenuta il 24 Luglio a Bonfornello quando arrestò un boss latitante e altri due importanti mafiosi, oltre a sette gregari. Pochi giorni dopo avrebbe pagato il prezzo del suo impegno con la vita. Freddato nella rimessa di barche dove si trovava quella domenica con la fidanzata dopo aver trascorso una giornata al mare con gli amici. Un uccisione preludio di quello che sarebbe accaduto pochi giorni dopo, con l'omicidio di un grande polizioto, il vice questore e Capo della Mobile Cassarà ucciso insieme al poliziotto Roberto Antiochia. Anni difficili, in una città sotto scacco della prepotenza mafiosa. A distanza di 40 anni il capo della Polizia prefetto Pisani ha voluto ricordare Montana prima a Porticello, sul luogo della strage ha deposto una corona di alloro sulla stele che ricorda il sacrificio del giovane funzionario, alla presenza delle Autorità Civili e Militari, dei familiari, dei colleghi. 

A conclusione della deposizione, il Cappellano della Polizia di Stato di Palermo, Don Massimiliano Purpura, ha ricordato la figura del giovane investigatore nato a Agrigento: "E'chiaro che era cosciente del pericolo a cui andava incontro e, nonostante questo, ha sentito il dovere di andare avanti, di continuare la sua “giusta battaglia”. Si può dire che Beppe Montana aveva già fatto proprio l’insegnamento di Giovanni Falcone quando affermava che “ognuno può fare la sua parte, grande o piccola che sia”, quindi era consapevole del suo impegno e del rischio connesso alla sua attività, ma era anche convinto che “la sua parte” andava svolta fino in fondo per garantire la libertà della società civile, anche a costo del sacrificio più alto: quello della vita. Il sacrificio di Beppe Montana, così come quello delle altre vittime della mafia, deve essere costantemente partecipato e ricordato a tutti ed in particolar modo ai giovani".
Poi conclude con un invito alla speranza e al tempo stesso a non abbassare mai la guardia: Uomini e donne di buona volontà non facciamoci rubare la speranza! La speranza è una strada da perseguire, è un orizzonte possibile! Alziamo la testa, costruiamo il presente e custodiamo il futuro! Perché questi eroi e martiri della Giustizia, che hanno perso la vita per mano mafiosa, ci inchiodano. Tutti all’impegno e alla responsabilità che abbiamo di percorrere, tutti insieme, la strada sulla quale hanno camminato per contrastare la criminalità mafiosa, la strada della resistenza a ogni sopruso, la strada dell’emancipazione da ogni abuso di potere, la strada della libertà dalla mafia e dalla cultura mafiosa".Il Prefetto Pisani, successivamente ha deposto un’altra corona d’alloro presso la lapide commemorativa ubicata nella caserma “Boris Giuliano”, sede della Squadra Mobile di Palermo, dove il Commissario Montana ha lavorato con passione e dedizione.Presente altresì il Procuratore Capo di Palermo, Maurizio de Lucia. Un messaggio del Presidente della Repubblica Matatrella che ha voluto ricordare i due grandi investigatori Montana e Cassarà uccisi dalla mafia a pochi giorni di distanza: "Nel quarantesimo anniversario dell’assassinio del commissario Giuseppe Montana, che precedette di pochi giorni l’agguato mortale al vicequestore Antonino Cassarà e all’agente Roberto Antiochia, la Repubblica si inchina nel loro ricordo. Sono stati servitori dei valori della nostra comunità. Investigatori intelligenti e tenaci, hanno inflitto alla mafia colpi durissimi, contribuendo all’arresto di latitanti pericolosi, alla conoscenza delle strutture criminali, al lavoro istruttorio di magistrati coraggiosi, dei quali furono collaboratori preziosi. Giuseppe Montana fu tra i costruttori della sezione 'catturandi' di Palermo, la cui azione diede colpi decisivi al mito della invulnerabilità dell’organizzazione mafiosa”, dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.“Antonino Cassarà diede un importante supporto per istruire il Maxiprocesso, che mise a nudo le cosche e portò alla condanna della loro catena di complicità. Montana e Cassarà, insieme all’agente della scorta Antiochia, simboli dell’impegno dello Stato, vennero uccisi perché la mafia li temeva. Le loro testimonianze di vita sono trasmesse ai più giovani perché possano crescere quei valori di legalità e giustizia che soli possono darci un futuro degno. Nel giorno della memoria, rinnovo la vicinanza e la solidarietà del Paese ai familiari, ai colleghi e a quanti furono loro amici”, conclude il capo dello Stato.



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