Madè presenta la nuova produzione “Il Pomo della Discordia” al G.A.M. di Catania - 30 e 31 agosto ore 21.00

La drammaturgia è di Luana Rondinelli, in scena insieme a Barbara Gallo, Egle Doria e Laura Giordani. La regia è di Nicola Alberto Orofino. Un viaggio tra Mito e psiche che rilegge la contesa tra le dee Era, Atena e Afrodite come specchio della fragilità contemporanea. Catania, 22 agosto - La Corte interna della Galleria d’Arte Moderna (Via Castello Ursino 26), sabato 30 e domenica 31 agosto alle 21.00 ospiterà la nuova produzione teatrale di Madè, in collaborazione con Accura Teatro: Il Pomo della Discordia di Luana Rondinelli, per la regia di Nicola Alberto Orofino. Un progetto che unisce il talento di quattro attrici (Barbara Gallo, Egle Doria, Laura Giordani e la stessa Rondinelli) e la creatività scenica e sartoriale di Vincenzo La Mendola, per un viaggio tra Mito e psiche che rilegge la contesa tra le dee Era, Atena e Afrodite come specchio della fragilità contemporanea.
Lo spettacolo, che rientra all’interno della rassegna “Catania Summer Fest 2025”, affonda le sue radici in una delle narrazioni simboliche più potenti della cultura occidentale: il pomo d’oro della discordia, lanciato da Eris durante le nozze di Peleo e Teti, che scatena la contesa tra Era, Atena e Afrodite e, con essa, gli eventi che condurranno alla guerra di Troia. Il Pomo della Discordia fa parte del più ampio progetto realizzato da Madè e denominato Il mondo salvato dalle ragazzine, destinatario del contributo dei Progetti Speciali 2025 Teatro del Ministero della Cultura. Nell’affascinante visione drammaturgica di Luana Rondinelli, il Mito si fa specchio interiore: Atena, Afrodite ed Era incarnano, infatti, tre archetipi femminili universali (potenza, bellezza, autorità). Il Pomo della discordia è il seme del conflitto, il simbolo del caos dietro l’apparente bellezza. È la scintilla che costringe le protagoniste a guardarsi dentro, ad affrontare il buio dell’inconscio, luogo di paura ma anche di rinascita. Era è una regina sola, tradita e manipolata; Afrodite è bulimica, incapace di accettare il tempo che scorre; Atena, autolesionista, vede la sua logica piegarsi sotto il peso del trauma. È una discesa nell’ombra, necessaria per trasformarsi. Il regista Nicola Alberto Orofino sottolinea come il Mito classico contenga ancora oggi le radici della nostra identità collettiva, dichiarando: “La storia dell’Occidente nasce dalla guerra di Troia. E questa guerra, mitologicamente, scaturisce da una piccola vendetta di una donna esclusa Eris, dea della discordia, dalla festa di nozze dell’eroe Peleo e della ninfa marina, Teti, figlia di Nereo. È un’offesa che parla di noi, dei nostri conflitti familiari e sociali, delle divisioni che ancora ci lacerano. Da quella contesa nasce la scelta di Paride: stabilire chi sia la più bella. Un compito impossibile, che ancora oggi rivela la forza e la pericolosità del desiderio e dell’amore. Portare in scena questo Mito significa guardare dentro la nostra civiltà, cercando le chiavi che aprono i significati della contemporaneità”.

Nessun commento:

Posta un commento