Blitz fra Palermo e New York colpite famiglie Inzerillo e Gambino.Gli inquirenti: "Avevano detto no alla Cupola"


di Ambra Drago
"Le indagini ci hanno portato all'interno di Palermo, mi riferisco al territorio di Passo di Rigano ma ci hanno condotto fino a Torretta passando per Boccadifalco. Sono territori ma anche mandamenti da sempre sotto il controllo dei così detti "scappati" ovvero gli Inzerillo acerrimi nemici di Riina e costretti a lasciare la Sicilia per sopravvivere alla violenza dei corleonesi. Rientrati nel 2000 sottolinea Francesco Lo Voi- procuratore Capo del Tribunale di Palermo-hanno tessuto la loro trama non solo per controllare il territorio ma allacciando rapporti con la famiglia Gambino di New York. Oggi sono stati messi in atto due provvedimenti, il primo ha comportato 15 fermi mentre quello a firma del gip emesso sempre dalla DDA ha disposto il carcere per altri tre soggetti.Tra i fermati anche il sindaco di Torretta, Salvatore Gambino, nessun vincolo di parentela con la famiglia omonima ma che ha intrattenuto rapporti con diversi personaggi in America".

Tra i nomi noti dell'operazione spiccano Tommaso Inzerillo e il cugino Francesco. Questi rientrati in Italia avrebbero allacciato rapporti con i rivali Gaetano e Giuseppe Sansone pur di ricostituirà le fila del mandamento di Passo di Rigano. Grazie all'ausilio di sodali, tra cui Giuseppe Spatola (anche lui arrestato e genero di Inzerillo) e Alessandro Mannino veniva esercitato il controllo sul territorio. In particolare attraverso Spatola e Militello venivano imposte le forniture alimentari, mentre Antonio Fanara si occupava del settore dei giochi e delle scommesse abusive online e infine Antonio Lo Presti si occupava delle estorsione. Ma gli Inzerillo come hanno sottolineato gli inquirenti erano chiamati a dirimere anche situazioni personali del quartiere.

"Sono rimasto colpito- sottolinea Rodolfo Ruperti - Capo della Squadra Mobile di Palermo- di come un medico che aveva licenziato una sua dipendente avesse chiesto aiuto proprio a loro per risolvere la questione.Abbiamo documentato un crescendo di incontri, abbiamo registrato le visite di diversi esponenti di altre famiglie quali quelle di Resuttana e Pagliarelli, dove Settimo Mineo aveva tentato lo scorso 29 maggio di ricostituire la Commissione provinciale di Cosa nostra .Obiettivo era il rientro di Francesco Inzerillo ma il suo utilizzo non all'interno della Commissione bensì in una proiezione esterna.Per completezza dobbiamo dire che un personaggio di spicco era Giovanni Buscemi, scarcerato dopo 24 anni con le accuse di omicidio e associazione a delinquere si è riproposto subito come rappresentante del mandamento di Passo di Rigano e che partecipò alla riunione del 29 maggio. Le indagini hanno documentato relazioni stabili tra gli uomini d'onore di Passo di Rigano e i Gambino, si tratta in particolare di Frank Calì, recentemente ucciso e Thomas Gambino ritenuti dall'Fbi un anello di collegamento tra le due sponde dell'oceano. Mentre per il mandamento di passo di Rigano i contatti con l'America erano tenuti da Simone e Calogero Zito".
Uscita dalla Squadra Mobile di Tommaso Inzerillo
Sarebbero stati gli Zito gli artefici dell'elezione del sindaco di Torretta.
"E' stata una persona concussata - continua Rodolfo Ruperti-sia nelle fase delle lezioni, dove è stato fortemente sostenuto e anche dopo".
Le indagini sono durate qualche anno e hanno visto l'ausilio del Servizio Centrale Operativo di Roma e dell'Fbi, i cui esponenti oggi sono stati presenti nella conferenza stampa che si è tenuta nella biblioteca del Tribunale.
"Il lavoro della Procura è stato eccezionale ha esordito Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. Ho visto ancora una capacità della struttura Cosa nostra di rigenerarsi e francamente mi è sembrato che ci sia stato l'interesse di una parte, di quella americana e che ha avuto un peso notevole. Oggi c'è un interscambio tra Cosa nostra siciliana e americana nello scambio di favori e nella gestione dei singoli affari. L'elemento parentale gioca ancora un ruolo sempre fondamentale".
Soddisfazione per il risultato ma anche per la validità della legislazione ha espresso il procuratore aggiunto Salvatore De Luca: "Ho avuto la percezione che la nostra legislazione è la migliore al mondo e sarebbe un errore modificarla. La morte di Riina è l'ultimo tassello di una situazione consolidata. Dopo l'evento non è valso più l'editto Rotolo. Ecco che Masino Inzerillo era pronto a sistemare la posizione di suo cugino per non parlare dell'importante flusso di denaro che abbiamo seguito e accertato provenire dall'America".
Nell'operazione denominata "New Connection" sono stati impiegati 200 uomini della Squadra Mobile guidati in particolare da funzionario della Sezione Anticrimine, Gianfranco Minissale e soddisfazione è stata espressa dal questore di Palermo, Renato Cortese:
"Un'operazione di qualità per la capacità investigativa e di penetrare nei territori ma soprattutto vista la qualità di queste famiglie che storicamente hanno detenuto il potere. Erano chiamati i perdenti - sottolinea il Questore di Palermo- perché la violenza e la furia omicida dei corleonesi li ha costretti a scappare per non essere uccisi. Sono tornati tentavano di riprendere il potere e questa abilità della Mobile è stata di fermarli e oggi sono perdenti davanti a uno Stato coerente, coeso, autorevole di essere presente nel territorio della Sicilia. Mentre vent'anni fa sono scappati oggi neanche quello perché sono nelle patrie galere e penso sia il luogo giusto dove debbono stare. Come Questore e come autorità di pubblica sicurezza di questa provincia è una grande soddisfazione perché stiamo recuperando quartieri che erano nella morsa della mafia siano restituiti ai cittadini, sperando che questi spazi che liberiamo vengano rimpiazziati con spazi di libertà. Ho voluto ricordare Boris Giuliano, perché il 21 luglio ricorrono i 40 anni del suo omicidio e chi conosce la storia sa che lui si occupava di quella mafia e stava seguendo il flusso di droga e denaro che provenivano dagli Stati Uniti. Oggi a distanza di 40 anni mettere le mani su questo gruppo criminale credo che sia il miglior ricordo che possiamo fare a un investigatore del suo calibro".

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