Sgominata banda della "spaccata" cinque arresti coinvolti tre minorenni. Recuperati gioielli per 35mila euro

di Ambra Drago
Avrebbero messo a segno da febbraio ben 15 furti (quelli accertati dalla Squadra Mobile di Palermo) non agivano sempre nello stesso quartiere e sceglievano con cura gli esercizi commerciali da colpire. In due casi  attraverso le intercettazioni gli investigatori sono   riusciti a recuperare monili e preziosi  per l’ammontare complessivo di circa 35.000 euro.
Dal tentativo al negozio Tim di via Marchese di Roccaforte ai furti avvenuti alle gioiellerie Palumbo ( di via Leopardi) e Cordaro. E poi anche i "Centri Scommesse Intralot" e l'agenzia "Slot and Games" questi alcuni esempi per non parlare dei tentavi come quelli che avrebbero visto coinvolte sempre la gioielleria Palumbo e Mignosi. Una squadra spregiudicata formata complessivamente da nove persone e tra questi anche tre minorenni per i quali è scattata la misura della custodia cautelare in carcere. 
Secondo gli investigatori e gli inquirenti a capo della banda vi sarebbe il ventottenne Angelo D'Anna lui coordinava i colpi spesso, come scrivono gli inquirenti, era a bordo della sua Lancia Y che effettuava le perlustrazioni prima di agire con l'ausilio anche di motocicli rubati e per i quali erano state fatte le denunce.
L'indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo e da quella del Tribunale dei minori dal punto di vista operativo hanno agito ben due sezioni investigative la quinta,  ovvero quella che si occupa dei reati contro il patrimonio diretta dal vice questore aggiunto Rosaria Sapienza e i "Falchi" guidati dal vice questore Carla Marino.


"Abbiamo cominciato a analizzare una serie di furti- sottolinea Rodolfo Ruperti- Capo della Squadra Mobile di Palermo- che venivano effettuate la notte e che avvenivano quasi quotidianamente. Noi pensiamo di aver ricostruito una ventina di interventi ma pensiamo di averne prevediti, anche attraverso un coordinamento con l'Ufficio controllo del territorio, almeno altrettanti perché era una banda determinata e con una sua strutturazione agiva. C'era chi veniva denominato "il fabbro" perché era esperto ad aprire le serrature e poi c'era un'attività dei pali che con una conferenza telefonica coordinava i movimenti".
L'operatività di questo gruppo si era espansa nel territorio seppur avessero un progetto iniziale.
"Inizialmente agivano nelle zone dove risiedevano, prevalentemente si tratta di soggetti del Capo e del quartiere dei Danisinni ma poi hanno agito altrove e i sopralluoghi venivano effettuati fino al Marchese di Roccaforte. Non è un'associazione mafiosa ma era una banda di giovanissimi che operava con raccordo e quindi anche noi abbiamo fatto riferimento a un raccordo all'Ufficio Prevenzione Generale con un'attenzione anche ai mattinali e a tutto quello che succedeva sul territorio e chiaramente facendo intervenire la scientifica, acquisendo ove era possibile immagine. Tante attività tecniche sono state coordinate dalle Procure e ci hanno permesso di raggiungere soggetti che pensavano attraverso il travisamento di non esser individuati".
Rapine e furti, i reati predatori per eccellenza  sono quelli che spaventano di più il cittadino ecco che diventa fondamentale il controllo del territorio oltre che un'azione repressiva come è avvenuta con l'operazione "GoldenNight".
Nell'operazione di oggi sono state emesse complessivamente due ordinanze di custodia cautelare in carcere per Angelo D'Anna e Calogero Alaimo. I domiciliari sono disposti per Domenico Safina e Girolamo Filippone, mentre l'obbligo di dimora nel comune di residenza è stato previsto per Antonio Lopes e Daniele Garofalo. Infine per i minorenni è stato prevista la custodia in carcere.
"Da parte nostra-conclude Rodolfo Ruperti-Capo della Squadra Mobile di Palermo- c'è un grande impegno per quel che riguarda il fenomeno dei reati predatori, c'è un raccordo con l'Ufficio di Prevenzione Generale che diciamo ha ancor più di noi questo come obiettivo primario".


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