"Comprendiamo le difficoltà del momento e la mole di lavoro straordinario sulle spalle del governo, ma è inaccettabile che nessuno pensi alle sorti della pesca, praticamente cancellata da questa emergenza". Così Franco Calderone, responsabile in Sicilia del Movimento 24 Agosto per l'Equità Territoriale, movimento fondato dal giornalista e scrittore meridionalista, Pino Aprile. "I danni economici subiti dai pescatori sono ingenti. Le barche sono ferme, le marinerie in ginocchio, i piccoli pescatori disperati. Da quando questo settore è diventato superfluo? Questo si deduce dal trattamento che gli è stato riservato. Il Governo ha predisposto la chiusura indiscriminata dei mercati all’aperto e rionali senza prevedere alcuna alternativa. La conseguenza- sottolinea Calderone- è che la categoria dei pescatori e piccoli armatori ha visto un calo di vendita del pesce fresco locale del 99%: una ecatombe. Praticamente il colpo di grazia ad un settore che già soffriva e non poco". "E’ necessario - osserva il responsabile siciliano del Movimento per l'Equità Territoriale - che il Governo agisca immediatamente, che inserisca anche il settore Pesca tra i beneficiari delle misure di sostegno se non si vuole affondare definitivamente questo importante settore della nostra economia. Non c'è nulla da inventare. Quello che serve è chiaro: i pescatori chiedono disponibilità di liquidità immediata, l’attivazione di nuovi mercati all’aperto da realizzare all’interno dei porti e anche l’istituzione di un app in grado di mettere in contatto pescatori-consumatori. Inoltre, - prosegue Calderone - un indennizzo per danni diretti o indiretti (mancata vendita, crollo dei prezzi di mercato per scarsa domanda), raddoppio della soglia “de minimis” ( aiuti di Stato), aumento per un triennio della percentuale degli sgravi contributivi alle imprese di pesca, lo sblocco ed erogazione dei pagamenti per il fermo pesca già effettuati e non ancora pagati;la moratoria per le imprese di pesca dei contributi previdenziali e assistenziali. Le soluzioni sono a portata di mano, basta sedersi ad un tavolo con le associazioni di categoria, come peraltro è stato fatto in altri settori". "Siamo dinnanzi ad una categoria che presto si andrà ad aggiungere all'esercito di poveri se non si interviene immediatamente. D'altronde ci sono i fondi europei destinati alla Pesca, basta utilizzarli. Rimodulandoli se è il caso, ma bisogna farlo oggi stesso perché ogni giorno che passa sempre più imprese saranno costrette a chiudere, a licenziare, a creare nuove sacche di povertà. Non servono provvedimenti tampone, ma sostegni immediati e concreti, altrimenti per la nostra pesca questa emergenza sarà il de profundis".
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