Dl Cura Italia, Bartolozzi (FI): "Pandemia potrebbe mietere una vittima, il processo inteso come garanzia"

"Non vorrei cedere alla suggestione offerta da tanti che alla base del progetto di revisione del Guardasigilli della celebrazione del processo penale sia l’idea che il rito e le forme siano soltanto un ostacolo tra l’imputazione e la condanna; vorrei credere piuttosto, che ci sia mossi, in maniera maldestra, sul solco dall’efficienza processuale”. Così Giusi Bartolozzi, deputata di Forza Italia, intervenendo nell’Aula di Montecitorio in discussione generale sul dl ‘Cura Italia’. “Certo – ha proseguito – è che così operando, la pandemia potrebbe mietere una vittima in più, il processo inteso come forma, rito e dunque garanzia”. L’esponente azzurra ha anche posto l’accento sul fatto che per impedire la diffusione del coronavirus “la scarcerazione non è l'unica soluzione. Si riparta dal monitoraggio delle strutture penitenziare inutilizzate che potrebbero essere impiegate come luoghi di isolamento per i detenuti contagiati dal Covid-19 e dalla requisizione di caserme dismesse che potrebbero essere rapidamente riconvertite.
 No – ha sottolineato Bartolozzi – a domiciliari, peraltro nella loro città natie, per i detenuti di elevata pericolosità sociale, come accaduto nei casi di Bonura, Iannazzo e Sansone. Si deve superare lo stato attuale di sovraffollamento garantendo, al contempo, la sicurezza dei cittadini ed il mantenimento dell’ordine pubblico”. E infine, “dopo le ennesime e gravissime minacce al cronista palermitano Salvo Palazzolo, ed il suo articolo di stamani nel quale narra della scarcerazione del mafioso Sansone, si impone la convocazione urgente della commissione antimafia”.

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