Claudio Volante: Ecco perché mi sono rifiutato di votare il regolamento sui tributi locali! 

Ecco perché mi sono rifiutato di votare il regolamento sui tributi locali! Va preliminarmente premesso che il Consiglio Comunale non aveva alcun obbligo di adottare il regolamento di lotta all’evasione atteso che non vi è alcuna legge nazionale che lo impone! Era una mera facoltà. Il regolamento , a mio modesto avviso, è intempestivo, inefficace, contro gli interessi dei cittadini, illegittimo in alcune sue parti ed anche disincentivante per l’economia. Sul momento storico che stiamo attraversando credo non ci sia da fare alcun approfondimento, ma esso va calato nel nostro martoriato territorio. Ho sempre detto e sostenuto che la nostra amministrazione vuole convivere con la povertà e la miseria. Non ho mai visto adottare provvedimenti mirati a far crescere ed incrementare le attività dei privati cittadini anzi, devo dire, che sembra una vera “lotta” contro chi lavora e produce.
Ho vissuto, anche per ragioni professionali, situazioni davvero ingiustificabili ed imbarazzanti, accanimenti che costringono le nuove attività a non reggere ed abbandonare il percorso di nuove iniziative premianti. Di contro tutti i servizi gestiti dal pubblico sono fallimentari e gli sprechi enormi ! Non esistono servizi degni di una città che porti il nome della nostra “Palermo”, intorno tutto è sporco e degradato, nessun decoro della città , nessuna raccolta differenziata, zero diserbo e manutenzioni, tutto tace come se il Palermitano si sia ormai assuefatto e si accontenti di vivere male, con una economia fragilissima messa in ginocchio dagli ultimi eventi. In questa drammatica cornice, interviene il provvedimento del consiglio comunale che minaccia di chiudere le attività commerciali a chi non è in regola con i tributi locali, definendo “lotta ai furbetti”. È incredibile ! Sembra che chi abbia votato non viva in questa città, dove i padri, per dignità, comprano i libri per i loro figli sperando in un futuro migliore, dove la scelta quotidiana impone rinuncia, dove le periferie vengono emarginate e devono essere tali, dove solo il sole e gli affetti riscaldano i cuori della gente, dove l’amministrazione è nemica perché non ti ha mai teso una mano ed hai la certezza che non ti aiuterà! La delibera, ove non revocata o impugnata, non avrebbe alcuna efficacia per le casse comunali, anzi comporterebbe una crescente chiusura di attività con pregiudizio assoluto per la già precaria economia cittadina. Colpire il popolo dei piccoli commercianti è anche ingiusto ed immorale perché l’amministrazione dovrebbe chiedersi prima di tutto perché tanta gente non paga! Dovrebbe interrogarsi sui propri errori ed i propri disservizi che sono costanti ed impuniti. Perché non si adottano provvedimenti incentivanti che migliorano la produttività e consentono all’utente un maggior margine per pagare i tributi? La delibera, sotto alcuni profili, deve anche ritenersi illegittima e mi auguro che molti giuristi approfondiscano questa tesi. Si tratta in primo luogo di provvedimento che non trova le giuste proporzioni tra il comportamento dell’utente e la sanzione minacciata. I tributi locali omessi hanno già un loro percorso attivato dall’amministrazione, che non può cumularsi con altre sanzioni di rilevantissimo pregiudizio! In secondo luogo i servizi per i quali si chiedono i tributi in molte occasioni non sono mai stati resi dal Comune, ovvero resi malamente, e pertanto costringere l’utente a pagare il relativo tributo, costituirebbe un indebito arricchimento per il Comune. Ed ancora, non si tiene conto della prescrizione di molti tributi per inerzia del Comune o del delegato! Poi va valutato l’interesse generale e superiore dell’economia e l’effetto di amplificazione che comporterebbe la chiusura di tutte queste attività commerciali! Non ultimo il divieto di cessione d’azienda per i morosi è una aberrazione in diritto! Si potevano studiare soluzioni del tutto differenti, più efficaci ed umane invece si è scelto di far aumentare la lista dei “nuovi poveri”. Signori amici e commercianti, far valere i propri diritti non è certamente una minaccia. Io ho fatto il mio dovere rifiutandomi di votare ma vi invito anche a riflettere sulla indubbia circostanza che questi provvedimenti sono figli di un voto dato nelle urne! Claudio Volante D.B.

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