Dall’ Ucraina a Palermo “ La bellezza delle Donne salverà il mondo “ !

di Adele Di Trapani
«Sono ALONA vengo dalla Bielorussia, sono sposata e vivo da quattro anni a Palermo. Mio marito ha aiutato due donne, madre e figlia, dall’Ucraina a venire a Palermo. Mio marito è un uomo meraviglioso».
Alona non crede ancora come sia potuto accadere, Ludmilla e sua figlia di 14 anni, due donne che lei non conosceva, sono riuscite ad arrivare a Palermo sane e salve grazie al potere dei social e alla generosità di suo marito. Hanno affrontato un lungo viaggio, con il cuore pieno di paura e di dolore per la separazione dai propri cari e dalla propria terra, l’Ucraina, da settimane scenario di una guerra forse annunciata.
Tutto ha inizio con un messaggio su Facebook che Alona, una mattina, trova sulla sua pagina social: «Alona, ​​buon pomeriggio, sono Ludmilla, ci siamo incontrate al corso on line “Bellezza senza tempo”. Come sai, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, le aree residenziali vengono bombardate, donne e bambini vengono uccisi. Ogni mattina, con le lacrime agli occhi, ringrazio Dio che siamo ancora vive. Non abbiamo nessuno in Europa, ma pare ci sia la possibilità di un’uscita libera dall’Ucraina; l’evacuazione, è una scelta obbligata, non vorremmo andare via ma vivere qui è morire. So che il tuo cuore è gentile, forse lo farai, accetta di aiutarci ad arrivare in Italia, sono pronta per andare a lavorare. Noi siamo credenti, siamo persone molto perbene, non ti pentirai mai di averci sostenuto in tempi difficili. Abbiamo molta paura a rimanere qui, la guerra porta con sé morte, distruzione e violenza, anche violenza sulle donne».
«Una donna Ucraina, sconosciuta, si è rivolta a me su Facebook per chiedere aiuto…. ho risposto!». È stata una chiamata per Alona, una chiamata a cui lei e suo marito hanno risposto senza esitare; hanno accolto la disperazione e la tristezza di due donne e l’hanno trasformata in speranza. La solidarietà non è mai realtà astratta, non resta confinata nelle parole, ma è concreta.
Adesso Ludmilla e sua figlia sono in un convento a Palermo dove c’è chi potrà prendersi cura di loro. Hanno un posto sicuro dove dormire e possono riacquistare serenità, lontano dalle bombe. Grazie alla solidarietà di tante persone ricominceranno una nuova vita, lontano dalla loro casa, dalla loro città, dai loro affetti; ma se coltiveranno la speranza rifioriranno dalle macerie, dalle ferite di questo periodo che rimarrà per sempre scolpito nelle loro anime.
Pasqua significa letteralmente “passaggio” dalla morte alla vita attraverso la Resurrezione. Le nostre preghiere oggi non possono che essere rivolte alla speranza che questo conflitto e queste violenze possano fermarsi.
La guerra distrugge e le donne sono le prime testimoni e contemporaneamente vittime. In un momento come questo, in cui siamo di fronte alla vera domanda, se il mondo sia o meno capace di prendersi cura di sé o è destinato a scomparire (e non solo per la guerra).
Essere donne di pace – come riferiva in questi giorni Susanna Camusso, responsabile delle politiche di genere e europee –, avere la forza di resistere, continuare a proporre la cura del mondo è l’unica vera strategia possibile, l’unica vera possibilità di guardare al futuro.

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