Funerali di Biagio Conte in Cattedrale, l'arcivescovo Lorefice: "Era un mite lottatore". Sindaco propone intitolazione di una strada

Una bara di legno semplice simbolo di quello che era l'animo di Fratel Biagio sempre accanto agli ultimi, ha attraversato la navata centrale della Cattedrale tra un lungo applauso. Presenti coloro che gli sono stati più vicini, i volontari, cittadini che sono stati in fila per rendergli l'ultimo saluto, il mondo dell'associazionismo. Tante le persone rimaste sul piano della Cattedrale. Tutti al fianco di colui che come San Francesco, aveva scelto di spogliarsi dei beni materiali scegliendo di essere un missionario e di ritornare nella sua Palermo fondando la "Missione speranza e carità" diventa la casa per tantissime persone indigenti e in difficoltà. "Fratel Biagio era laico cristiano, un mite potente lottatore". Nelle parole dell'arcivescovo Corrado Lorefice c'è un breve ma preciso ritratto di Biagio Conte.Lottava, ricorda monsignor Lorefice, con l'arma del digiuno per tendere al massimo la sua "forza umile e non violenta".Esprimeva così un impegno cominciato trenta anni fa con la creazione della missione Speranza e carità che nel tempo è diventata una rete di solidarietà umana che in dieci comunità accoglie quasi 600 persone: ultimi, disperati, poveri, migranti.
"L'unica eredità di cui Fratel Biagio si è appropriato - aggiunge l'arcivescovo - è stata il dolore e la povertà dei fratelli. L'eredità che ci lascia è la ricchezza del suo esempio".
Lorefice ricorda poi il percorso umano di fratel Biagio ispirato al messaggio di san Francesco: era ricco e non gli mancava nulla ma ha fatto una scelta di rinunce per dedicarsi al riscatto dei poveri. Erano loro, la pace e la giustizia le sue passioni.
"Vedevamo in lui - dice ancora Lorefice - una certezza che vorremmo diventasse sempre nostra, di ogni uomo e di ogni donna di buona volontà. C'era una dolcezza nel suo essere che veniva da un Altrove, una vitalità che trovava le sue sorgenti in uno spazio inedito. Per questo fratel Biagio era vivo. Pieno di vita anche alla fine, sul letto che era diventato la sua croce.
Sempre attento a ciò che succedeva nella città terrena, sempre in movimento. Anche alla fine, quando non poteva più muovere i piedi, le gambe, ma continuava a muovere il suo cuore, sul sentiero della vita".Alla cerimonia funebre presente il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla che sin dal primo momento ha dichiarato di non voler disperdere quanto fatto dal missionario laico e ha aggiunto: Anche oggi, giorno dell’ultimo saluto a fratel Biagio Conte, la città è accorsa in Cattedrale per dare un abbraccio a uno dei simboli più luminosi di Palermo. L’impegno di tutti dovrà essere rivolto a non disperdere il messaggio di fratel Biagio e ad accompagnare l’azione della Missione Speranza e Carità che proseguirà nella sua opera anche dopo la scomparsa della sua guida. A testimonianza di quanto sia forte la volontà di questa Amministrazione, la Giunta comunale, all’unanimità, ha deciso di promuovere l’iter di intitolazione a Biagio Conte di un’area vicino alla Missione. Ho informato il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, che ha mostrato apertura verso questa iniziativa del Comune e alla quale spetta emettere un provvedimento che anticipi l’intitolazione di una strada rispetto ai tempi ordinari. È un primo gesto affinché resti sempre vivo il ricordo di Biagio Conte.

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